Cocaina in auto e marijuana i casa, i due pusher albanesi patteggiano e tornano subito liberi

Una pattuglia della polizia impegnata in un controllo
Una pattuglia della polizia impegnata in un controllo
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Sabato 5 Febbraio 2022, 07:40

MACERATA - Trovati con due etti di cocaina e quasi mezzo chilo di marijuana, patteggiano e tornano in libertà. Nei loro confronti sono stati revocati i domiciliari ed è stato disposto l’obbligo di dimora, per uno a Porto Sant’Elpidio per l’altro a Ferrara. Si è tenuta ieri mattina in Tribunale a Macerata la convalida dell’arresto per Armando Bushi e Flori Nuri, due albanesi, uno clandestino l’altro in Italia con permesso turistico, arrestati nella notte tra martedì e mercoledì scorsi dai poliziotti della Squadra mobile di Fermo in autostrada.

Per i due, difesi dal legale Gabriele Cofanelli, sostituito ieri in aula dall’avvocato Massimiliano Cofanelli, il giudice per le indagini preliminari Domenico Potetti ha convalidato gli arresti, poi, tramite l’avvocato hanno concordato con il pubblico ministero Enrico Riccioni un patteggiamento a due anni, otto mesi e 20 giorni ciascuno. In merito alla misura il pubblico ministero aveva chiesto l’applicazione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, ma in virtù del patteggiamento la richiesta è stata rimodulata nell’obbligo di dimora, per Bushi a Porto Sant’Elpidio, per Nuri a Ferrara.

Gli arresti erano scattati dopo un controllo degli agenti diretti dal commissario capo Maria Raffaella Abbate.

I due erano a bordo di un’auto noleggiata da Bushi quando si erano fermati in una piazzola di sosta in A14 poco prima dell’uscita per Civitanova. Lì si era fermata anche un’auto della Mobile e gli agenti avevano effettuato un controllo: uno dei due aveva in tasca una dose da 0,4 grammi di cocaina, mentre in auto ne erano stati trovati altri 206 grammi. A quel punto era scattata la perquisizione nell’appartamento preso in affitto da Bushi a Porto Sant’Elpidio e lì erano spuntati fuori circa 480 grammi di marijuana. Per entrambi gli albanesi, dunque, era scattato l’arresto e, su disposizione del pubblico ministero di turno, erano stati posti ai domiciliari in attesa della convalida. 

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