ANCONA - Un bottino di circa 200mila euro, tra contanti e gioielli, e trenta colpi commessi nell’arco di un mese. La media: un furto in abitazione al giorno. È il quadro accusatorio che sostiene il processo a carico di quattro albanesi, tra 28 e i 42 anni, finiti a giudizio per una serie di furti (alcuni rimasti tentati) commessi tra Ancona e la Val Musone nel novembre del 2020.
Gli arresti
La caccia ai banditi da parte dei carabinieri era terminata con un inseguimento iniziato a Polverigi e finito in via 25 Aprile, dove era stato localizzato il covo della banda. Tutti e quattro erano finiti in manette. Per la fuga e per i colpi che quel pomeriggio avevano tentato a Polverigi, i ladri sono già stati giudicati: 20 anni e 4 mesi di reclusione la pena complessiva stabilita in abbreviato. Ieri, al quinto piano del tribunale, è iniziata la discussione del processo bis, quello legato ai blitz in abitazione compiuti prima dell’arresto del 26 novembre. Il pm Rosario Lioniello ha chiesto per ognuno dei quattro imputati un anno e mezzo di reclusione, pena da sommare in continuazione con la sentenza emessa in abbreviato nel maggio dello scorso anno. Il giudica ha rinviato il procedimento all’anno nuovo per emettere sentenza.
Stando a quanto contestato dalla procura, ammonterebbe a circa 200mila euro il bottino complessivo della banda, raccattato attraverso la “tecnica del foro”: secondo a quanto emerso, i banditi – che colpivano sempre tra le 17 e le 20 - praticavano un foro alla porta finestra da cui facevano passare un pezzo di ferro per girare la maniglia e addentrarsi poi all’interno dell’abitazione per mettere le mani su gioielli e contanti.