Il racconto della vittima: «Due mi tenevano ferma e il terzo abusava di me. Hanno continuato a cercarmi, ero terrorizzata»

La vittima ha denunciato la violenza alla polizia
La vittima ha denunciato la violenza alla polizia
di Benedetta Lombo e Stefano Rispoli
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Venerdì 4 Febbraio 2022, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 15:37

ANCONA - «Mi hanno trascinato nel letto, due erano in piedi e mi bloccavano le braccia, il terzo abusava di me: ero terrorizzata». Lo era anche quando si è presentata in questura e ha deciso di confidarsi con gli investigatori della Squadra Mobile, la 35enne anconetana che ha ricostruito nei minimi particolari la brutale aggressione subita dal branco. Le sue accuse vengono respinte con fermezza dagli avvocati dei due uomini arrestati, ma per il gip di Macerata Claudio Bonifazi, che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare in carcere su richiesta del pm Rosanna Buccini, il racconto della vittima è dettagliato, suffragato dall’evidenza del referto medico emesso dai medici del Pronto soccorso del Salesi, a cui la donna si era rivolta dopo la serata-choc del 24 aprile scorso.

«Sotto il profilo della credibilità non emerge allo stato degli atti alcun elemento che possa anche solamente a livello dubitativo far ipotizzare un intento calunnioso»: così il gip giustifica la misura del carcere, sostenuta dal pericolo di reiterazione del reato. 


I messaggi 
«Sono terrorizzata», ha ripetuto più volte ai poliziotti la commessa anconetana, riferendosi non solo al dolore morale e fisico provato la sera in cui in tre avrebbero abusato di lei, ma anche al sentimento di angoscia e smarrimento provato nel momento in cui ha deciso di aprirsi prima con i medici e poi con gli investigatori. «Ho paura di possibili ritorsioni», ha confessato.

Ha rivelato, infatti, di aver ricevuto un paio di volte in negozio la visita di uno degli arrestati, a distanza di settimane da quel party dell’orrore. Si sarebbe presentato con fare amichevole. Visite di cortesia che, però, lei ha interpretato diversamente. Così come ha ritenuto che avessero l’intento di “tranquillizzarla” i messaggi ricevuti nei giorni successivi alla presunta violenza di gruppo da parte del professore, che conosceva da qualche tempo. «Come stai?», le chiedeva tra un «buongiorno» e una «buonanotte». In un’occasione le avrebbe chiesto di andare a prendere un aperitivo insieme: un tentativo di riavvicinamento o forse un modo per farsi perdonare e convincerla a non sporgere denuncia, ha pensato la vittima, sempre più spaventata da quelle domande. 


Le difese 
Si terranno questa mattina alle 11 dal carcere di Montacuto gli interrogatori di garanzia del professor Osvaldo Iannuzzi e del muratore Giuseppe Padalino. I loro legali respingono sin d’ora ogni accusa. «Il mio assistito è completamente estraneo ai fatti che gli vengono contestati - dice l’avvocato Maurizio Ballarini, che assiste Padalino -. È sorpreso e amareggiato per la vicenda, ho parlato con la madre che è distrutta. Il mio assistito è una persona che non ha mai avuto tendenze di questo tipo né ha avuto mai atteggiamenti di violenza. È un onesto lavoratore che si guadagna la vita facendo il muratore cartongessista». Gli avvocati Giuseppe Lupi e Luca Froldi, difensori di Iannuzzi, affermano che il loro assistito «respinge gli addebiti e dichiara la sua assoluta estraneità ai fatti». L’interrogatorio di oggi verterà inevitabilmente anche sul terzo uomo che, secondo la vittima, avrebbe partecipato agli abusi, ma che non è stato ancora identificato perché lei non lo conosceva.

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