Il centro cambia volto e si impoverisce: in otto anni ha chiuso un negozio su 4. Con la pandemia ancora più disagi

Il centro cambia volto e si impoverisce: in otto anni ha chiuso un negozio su 4. Con la pandemia ancora più disagi
Il centro cambia volto e si impoverisce: in otto anni ha chiuso un negozio su 4. Con la pandemia ancora più disagi
di Massimiliano Viti
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Mercoledì 17 Marzo 2021, 01:45

MACERATA  - Il centro storico cambia volto e si impoverisce. In otto anni, ha chiuso un negozio su 4. Bene, viceversa, l’attività di ristorazione (alberghi, bar e ristoranti) che, in controtendenza rispetto al dato nazionale, ha dimostrato una solida stabilità.

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Nel 2012, il centro storico di Macerata ospitava 231 negozi, che nel 2018 erano scesi a 193.

Un trend che si è acuito con la pandemia visto che alla fine dell’anno scorso si contavano 178 punti vendita. Ciò vuol dire che in otto anni (dal 2012 al 2020) si sono abbassate le serrande di un negozio su 4. Gli esercizi non specializzati, le stazioni di servizio, il commercio ambulante al dettaglio, i generi alimentari sono le attività che hanno subito i maggiori cali. Viceversa, i tabaccai, gli store dell’informatica, le farmacie e il “commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati” sono le attività più stabili e che hanno registrato lievi incrementi.


Miglior sorte hanno avuto i negozi fuori dal centro storico. Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi Confcommercio sui dati del Centro Studi Camere di Commercio G. Tagliacarne, a fine 2012 c’erano 311 negozi situati nell’area non centro storico di Macerata, che sono diventati 298 nel 2018 e 303 a fine 2020. In quest’ultima anno si è verificata una tenuta, non affatto scontata visto ciò che è accaduto.


Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio sulla “Demografia d’impresa delle città italiane” negli ultimi anni è proseguito il processo di desertificazione commerciale delle città italiane. La pandemia ha acuito certe tendenze e ne ha modificate “drammaticamente” altre: nel 2021, solo nei centri storici dei 110 capoluoghi di provincia e altre 10 città di media ampiezza, si registrerà per la prima volta nella storia economica degli ultimi due decenni anche la perdita di un quarto delle imprese di alloggio e ristorazione (-24,9%). Almeno per ora Macerata sembra sfuggire a questa regola. Nel 2012 c’erano 87 imprese attive in questo settore nel centro storico e 122 al di fuori dal centro. Nel 2020 se ne contavano rispettivamente 91 e 125, con una lieve riduzione rispetto al livello del 2018, ma con un leggero incremento rispetto a otto anni prima.


Commentando i dati dell’Ufficio Studi, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che “per fermare la desertificazione commerciale delle nostre città, bisogna agire su due fronti: da un lato, sostenere le imprese più colpite dai lockdown e introdurre finalmente una giusta web tax che risponda al principio ‘stesso mercato, stesse regole’. Dall’altro, mettere in campo un urgente piano di rigenerazione urbana per favorire la digitalizzazione delle imprese e rilanciare i valori identitari delle nostre città”.

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