Soltanto a Pesaro la zona rossa ha fermato almeno 600 attività, quasi 400 anche a Fano

Soltanto a Pesaro la zona rossa ha fermato almeno 600 attività, quasi 400 anche a Fano
Soltanto a Pesaro la zona rossa ha fermato almeno 600 attività, quasi 400 anche a Fano
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Venerdì 12 Marzo 2021, 05:00

PESARO  - L’entrata di Pesaro e Urbino in zona rossa ha fatto salire, secondo i dati della Camera di Commercio delle Marche presieduta da Gino Sabatini, a 8415 le imprese marchigiane la cui attività è sospesa. Di queste 8.267 sono concentrate nelle zone classificate rosse, corrispondenti alle province, oltre che di Pesaro e Urbino, anche di Ancona, Fermo e Macerata.

Resiste in zona arancione il solo territorio di Ascoli Piceno dove valgono minori restrizioni che comunque hanno portato alla sospensione di 148 imprese delle oltre 20.600 attive in provincia.

Con riguardo ai Comuni, nel Pesarese sono attualmente ferme 594 attività nel capoluogo di provincia, 388 a Fano, 114 a Mondolfo, 94 a Urbino, 86 nel territorio di Vallefoglia.


Nell’anconetano la concentrazione più alta di imprese sospese si rileva nel capoluogo (616 imprese), a Senigallia (317), Osimo (183), Jesi (277), Falconara Marittima (152), Chiaravalle (104), Castelfidardo (94). Nel comune di Fermo sono sospese 221 imprese, 205 a Porto Sant’Elpidio, 152 a Porto San Giorgio, 78 a Montegranaro, 47 a Monte Urano. In provincia di Macerata, oltre al capoluogo con 326 attività sospese, si segnala Civitanova Marche con 491 imprese coinvolte dalle restrizioni, Porto Recanati con 265, Tolentino 154 imprese sospese, e Recanati con 105. Intanto anche sul fronte dell’export la pandemia presenta il conto: si pagano i mesi di lockdown del 2020 con le aziende praticamente chiuse. Non solo, tra i primi 10 distretti più colpiti a livello nazionale ben 4 sono delle Marche: questa situazione ha avuto un impatto devastante sulle aziende produttrici di beni durevoli. In base ai dati analizzati dalla Camera di Commercio il risultato dell’ultimo trimestre 2020 peggiora quello del secondo e fa archiviare l’anno pandemico delle esportazioni marchigiane con un -11,7% rispetto al 2019. L’export italiano va poco meglio, con una flessione del -9%. Nelle Marche il risultato peggiore è di Fermo (-22,9%), segue Macerata (-18,7%), Pesaro Urbino (-14,5%). Ancona con -11,9% allineata al dato Marche, Ascoli Piceno unica con segno positivo, +1,6%, legato come noto al comparto farmaceutico. 


Con riguardo all’andamento mensile dell’annus horribilis, aprile maggio e giugno sono stati i peggiori; a novembre il risultato è stato complessivamente identico all’anno precedente. A dicembre, Pesaro e Ancona registrano performance positiva che fa leggermente sperare ma che deve trovare conferme nel primo trimestre 2021 ancora da concludere. I primi 10 mercati di sbocco per valore delle esportazioni sono: Germania, Belgio, Francia, Stati Uniti, Spagna , Polonia, Regno Unito, Russia e Romania.

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