Niente pesce per lo sciopero delle marinerie in Adriatico, il ristorante Galileo ha deciso di chiudere: «Non possiamo garantire il servizio»

Niente pesce per lo sciopero dei pescatori in Adriatico: molti ristoranti hanno deciso di chiudere
Niente pesce per lo sciopero dei pescatori in Adriatico: molti ristoranti hanno deciso di chiudere
di Emanuele Pagnanini
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Mercoledì 1 Giugno 2022, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 17:09

CIVITANOVA - Sciopero della marineria, dai ristoratori arriva totale comprensione e solidarietà. Ma il perdurare del blocco determina notevoli difficoltà per la categoria che pure è già alle prese con il caro energia e bollette. E si registrano anche le prime chiusure. Sulla propria pagina Facebook, il ristorante Galileo, che del pesce fresco dell’Adriatico ha fatto il proprio marchio. «Cari clienti – scrivono i titolari Stefano Orso e Mariarosa Tarantini nel post – il ristorante sarà chiuso da martedì 31 maggio a data da destinarsi a causa dello sciopero nazionale dei pescherecci. In mancanza di pesce dell’Adriatico non riusciamo a garantirvi il nostro solito servizio». 

 
La situazione 
«Noi acquistiamo pesce dal nostro Mercato ittico – spiega Orso – e utilizziamo solo prodotti pescato nella zona Fao 37.2.1, cioè il mare Adriatico. Pubblichiamo sempre le foto del pesce acquistato su Fb. Galileo significa Adriatico. I nostri tavoli distano 30 metri dal mare, non possiamo offrire pesce di altre parti o surgelato. I pescatori hanno tutte le ragioni del mondo, i costi del gasolio stanno diventando insostenibili. Ma anche noi abbiamo le nostre, veniamo da 9 mesi di chiusura imposta e paghiamo bollette da capogiro. Giusto protestare ma dopo una settimana di sciopero si potevano trovare altre forme». Un altro ristorante storico è La Greppia, sempre sul lungomare nord. Il titolare Massimiliano Gigli da qualche tempo ha aperto anche Molo 74 in centro. «Inevitabilmente la situazione ci crea diverse problematiche – spiega –, siamo costretti a rivolgerci ad altri mercati, al Tirreno soprattutto. Per mantenere la nostra qualità dobbiamo spendere di più. E dobbiamo anche cambiare qualcosa nei menu. I disagi non mancano ma io capisco le ragioni dei pescatori. Molti li conosco personalmente e li abbraccio. Ma noi non possiamo permetterci di chiudere. Dal governo deve arrivare una risposta immediata. Perché poi aumenti indiscriminati sui carburanti si ripercuotono su tutta la filiera food e, quindi, sui consumatori, cioè tutti noi». 

L’organizzazione 
Sul lungomare sud, tiene duro anche Caracoles.

Daniele Ercoli fa parte di una squadra che si è saputa imporre nel panorama della ristorazione civitanovese. «Ora facciamo un menu giorno per giorno – spiega – in base al prodotto fresco che riusciamo a reperire. Chiaro, difficoltà non mancano ma ci deve essere una collaborazione a 360 gradi in tutta la filiera del pesce. Siamo solidali con la marineria perché ora lavorare è difficile per tutti. Ogni partita Iva è messa a rischio. Con la nostra clientela abbiamo un rapporto franco e cerchiamo di spiegare i motivi per cui certi prodotti non sono più sulla carta. E solitamente il cliente capisce la situazione in cui tutti operiamo. È un cane che si morde la coda. C’è solo da sperare che dal governo arrivi una soluzione perché andare avanti così è dura per tutta la filiera».

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