San Benedetto, i pescatori sul piede di guerra: «O gasolio meno caro o pronti ad un lungo stop». Prezzi in salita all'asta

L'asta del mercato ittico
L'asta del mercato ittico
di Emidio Lattanzi
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 09:00

SAN BENEDETTO - Prezzi lievemente al rialzo ma buone quantità di pesce. È il verdetto del mercato ittico sambenedettese e della prima asta dopo lo sciopero che ha tenuto i pescherecci del porto fermi ai moli per una settimana a causa del caro gasolio


 

Nella notte tra domenica e lunedì è arrivato l’atteso rientro in mare mentre quella successiva ha visto tornare a funzionare i nastri trasportatori del mercato ittico sotto la supervisione dell’agente della polizia locale in servizio e degli steward della Tresse. Le imbarcazioni rientrate in mare sono state in tutto trenta che hanno dato vita ad un’asta iniziata pochi minuti dopo le tre del mattino e ufficialmente conclusa poco prima delle sette. «E’ stata una settimana strana un po’ per tutti - spiega il direttore della struttura, Nazzareno Falaschetti che, come sempre, ha supervisionato le varie operazioni - per chi lavora al mercato ittico, per i pescatori e anche per i commercianti». 

Tantissimi i merluzzi riportati a terra. Al mercato ittico ne è arrivata più di una tonnellata per un prezzo medio che si è tenuto di poco al di sotto dei dieci euro. Ma sui nastri sono passate anche tante triglie (circa otto quintali per un prezzo che si è mediamente aggirato sui cinque euro abbondanti). Buone quantità anche per rane (4,67 euro di prezzo medio) e rospi (5,10 euro per quello piccolo). Prezzi che sono andati via via abbassandosi, come sempre accade, con il passare dei minuti. 

Alla prima uscita in mare ne seguirà un’altra questa notte poi le barche torneranno a fermarsi per discutere, con le altre marinerie, il da farsi per i giorni della settimana successiva. «Abbiamo ritenuto opportuno tornare in mare e fare due giorni di pesca invece di quattro per diminuire lo sforzo di pesca e con la speranza di vendere meglio il prodotto per compensare l’aumento di spesa del gasolio» spiega Maurizio Merlini, uno dei più importanti armatori e pescatori dell’impianto portuale sambenedettese. Merlini è preoccupato dalla situazione legata al gasolio arrivato a sfondare quota un euro e venti centesimi contro lo 0,70 di un paio di settimane fa. «Stiamo tirando avanti a singhiozzo - spiega - ma se il prezzo non scenderà sciopereremo a oltranza. Anche perché se queste situazione dovesse perdurare saremo costretti a mettere le barche in disarmo». 

Una situazione che si ripercuote inevitabilmente sui commercianti. Loro, i veri protagonisti dell’asta, hanno le medesime preoccupazioni dei pescatori per il futuro. «Speriamo di avere il prodotto nostrano questa settimana anche se poco - ha spiegato Marco De Dominicis, rappresentante dei commercianti all’ingrosso del mercato - . Ma l’importante è averlo perché il pesce nostrano fa da traino a tutto il resto, ci aiuta a riempire il banco delle pescherie ed è la qualità migliore che possiamo mettere sui nostri banchi». I commercianti appoggiano comunuque la protesta dei marittimi: «La crisi che colpisce loro - continua De Dominicis - colpisce anche noi. I carburanti, a terra, hanno raggiunto quota 2,20 euro al litro e con quelle cifre muoversi e fare le consegne ai ristoranti, alle pescherie e ai negozi diventa insostenibile anche per noi così come per qualsiasi categoria». Gli fa eco Lorenzo Marinangeli: «2Lo sciopero ha comportato uno stop per tutta la filiera - ha spiegato - e una settimana fermi è stata abbastanza. Ora con questa ripresa cerchiamo di portare un sostentamento giornaliero nella speranza che qualcosa si muova perché siamo sovraccarichi di problemi, dal Covid alle conseguenze della guerra in Ucraina. Teniamo duro e cerchiamo di andare avanti alla meno peggio sperando di poterci lasciare tante brutte situazioni alle spalle».

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