Delitto di Alika a Civitanova, lo psichiatra Ariatti:«Ferlazzo al momento del delitto era capace di intendere e volere»

Delitto di Alika, lo psichiatra Ariatti:«Ferlazzo al momento del delitto era capace di intendere e volere»
Delitto di Alika, lo psichiatra Ariatti:«Ferlazzo al momento del delitto era capace di intendere e volere»
di Benedetta Lombo
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Giovedì 21 Settembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 15:24

CIVITANOVA - Filippo Ferlazzo, quando uccise Alika Ogorchukwu non era incapace di intendere e volere, «ritengo possa essere valutata fra un lievemente e il moderatamente scemata, ma è da considerare un paziente psichiatrico, è affetto da un disturbo della personalità significativo». «Deve continuare un percorso di cura, possibilmente in una articolazione per la tutela della salute mentale mentre sulla pericolosità sociale, non è stata individuata alcuna patologia tale da poter incidere sulla capacità di autodeterminarsi». 



Sono questi i passaggi più importanti evidenziati ieri in aula dallo psichiatra Renato Ariatti nel processo in Corte d’Assise per l’omicidio dell’ambulante nigeriano avvenuto il 29 luglio del 2022 in corso Umberto I.

Nominato dalla Corte per effettuare una perizia sull’omicida, ieri Ariatti ha esposto le conclusioni della perizia rispondendo alle domande delle parti. Innanzitutto ha escluso il vizio di mente: «Non abbiamo trovato una diagnosi di disturbo bipolare, invece abbiamo un disturbo della personalità significativo, integrante patologia psichiatrica. Un disturbo – ha spiegato Ariatti - che vede sovrapposti diversi aspetti: narcisistico, borderline, immaturità, una condizione cognitiva non deficitaria ma neanche brillante, una modalità istrionica nel modo di porsi, teatrale, drammatico. Ma lui ha un problema nella gestione della rabbia, ha avuto una reazione non psicotica, ma prevalentemente di tipo rabbioso, emotivo-passionale».

Ariatti, dunque, ha escluso sia una patologia di tipo schizofrenico sia un disturbo borderline come invece era stato diagnosticato in passato all’imputato. Su quanto accaduto il 29 luglio 2022 il perito ha evidenziato che «quello sfiorare la sua donna e l’averlo tirato (Alika chiedendo l’elemosina a Ferlazzo e alla compagna aveva preso per il braccio la donna, ndr), l’ha vissuta come un’offesa gravissima contro la sua persona e il suo onore, con un bisogno immediato di un chiarimento che in quel momento diventava un elemento dominante nella sua mente».

Sui vari Tso a cui Ferlazzo era stato sottoposto Ariatti ha chiarito che: «La prassi è che molti Tso scattano non per esigenze cliniche ma di contenimento comportamentale. In una situazione drammatica familiare, Ferlazzo aveva scontri importanti con il compagno della madre, magari trovava modalità turbolenti e lui finiva in psichiatria per normalizzare una situazione comportamentale». Sulla compatibilità con la detenzione carceraria in aula lo psichiatra ha aggiunto che «in prospettiva si potrebbe ragionare su una collocazione in cui l’aspetto di cura sia un po’ più rappresentato rispetto all’aspetto sanzionatorio». Chiusa l’istruttoria mercoledì prossimo le parti discuteranno e in giornata è attesa la sentenza.

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