La ricostruzione
Il civitanovese aveva così raccontato agli agenti che qualche ora prima, verso le ore 4, mentre si trovava nella sua camera da letto insieme alla moglie, aveva sentito un rumore forte che lo aveva svegliato di soprassalto. Era quindi sceso dal letto e aveva controllato nelle varie stanze della sua abitazione ma senza riscontrare nulla di anomalo e a quel punto l’uomo era tornato a dormire. La pace però era durata poco. Verso le 6.30, aveva sentito ancora un colpo analogo al precedente, si era alzato di nuovo, ma questa volta aveva visto sul vetro della finestra della sua camera da letto un foro compatibile con un buco causato da un proiettile. Dagli immediati accertamenti condotti dai poliziotti del commissariato di pubblica sicurezza, anche attraverso l’escussione di svariati testimoni, era emerso che nell’ultimo periodo erano sorti dissapori tra l’uomo e suo figlio di 20 anni il quale aveva deciso di lasciare la casa familiare per andare a vivere altrove.
Le indagini
Per i militari quello poteva essere un possibile spunto investigativo. Come accade in questi casi i poliziotti hanno iniziato a visionare i filmati registrati dalle telecamere del sistema di videosorveglianza del Comune di Civitanova e nell’arco di poche ore sono riusciti ad accertare che nelle vicinanze della finestra raggiunta dal colpo era transitata un’autovettura in un orario compatibile con l’atto intimidatorio. L’attenzione degli agenti si è così concentrata su quell’auto e immediatamente è stato rintracciato l’utilizzatore del mezzo: un 20enne risultato essere amico del figlio dell’uomo che aveva richiesto l’intervento della polizia. A quel punto è scattata la perquisizione domiciliare nell’abitazione del giovane che però ha dato esito negativo, mentre all’interno della sua auto è stata rinvenuta una carabina ad aria compressa con i relativi piombini calibro 4.5. I proiettili sono risultati essere compatibili con quello sparato contro la finestra i cui frammenti sono stati rinvenuti all’interno della camera da letto.
Gli accertamenti
Nel giro di poco è stato rintracciato anche il figlio della vittima del danneggiamento: sentito dagli agenti il 20enne ha detto di aver trascorso la notte in un’abitazione messagli a disposizione dal suo amico. Al termine dell’attività, i poliziotti hanno denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria entrambi i giovani per i reati di porto di strumenti atti ad offendere, minaccia aggravata e danneggiamento.
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