Sant'Elpidio a Mare, lavoro, allarme per le orlatrici ormai introvabili: «Impossibile competere con le griffe del lusso»

Sant'Elpidio a Mare, lavoro, allarme per le orlatrici ormai introvabili: «Impossibile competere con le griffe del lusso»
Sant'Elpidio a Mare, lavoro, allarme per le orlatrici ormai introvabili: «Impossibile competere con le griffe del lusso»
di Massimiliano Viti
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Mercoledì 31 Maggio 2023, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 11:41

SANT’ELPIDIO A MARE - La figura delle orlatrici è in via di estinzione. È il mestiere più ricercato in ambito calzaturiero. In tutti i distretti italiani. Ma nel Fermano-Maceratese, l’arrivo delle griffe del lusso ne ha acuito la carenza. Perché i grandi brand che si stanno insediando a cavallo tra la provincia di Fermo e quella di Macerata cercano di accaparrarsele a suon di offerte: una busta paga più alta, un welfare e un ambiente di lavoro migliore, il prestigio sociale del loro nome.

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Corteggiano le orlatrici già occupate, in forza a piccole aziende che fanno un gran fatica a rimpiazzarle.

E quando ci riescono, la sostituzione non è proprio alla pari: al posto di una risorsa esperta arriva una giovane e volenterosa ragazza che deve essere formata. E la produttività ne risente.

Il commento

«Le griffe stanno facendo del tutto per prendersi le orlatrici. Così ci stanno creando tanti problemi» confermano i fratelli Natascia e Matteo Sagripanti, rispettivamente 43 e 38 anni, che gestiscono il tomaificio Sagripanti sas a Casette d’Ete. L’azienda fondata nel 2008 impiega 28 persone, ha una produzione media di 200 paia al giorno con taglio e orlatura e genera un fatturato di circa 2,3 milioni di euro. Il lavoro non è un problema, ce n’è anche tanto, ma è la gestione delle risorse umane a creare seri grattacapi. «Impossibile competere con le offerte delle griffe. Capiamo i dipendenti, che alla fine dell’anno si trovano in tasca più soldi. Ma è un sistema che, alla lunga, danneggia tutti» lamentano i due imprenditori, che rivelano come le offerte di lavoro arrivino alle orlatrici migliori. «Per realizzare prodotti di lusso c’è bisogno di manodopera specializzata per cui i marchi vanno a caccia delle orlatrici più brave. E così rastrellano la migliore manodopera visto che non è una questione che riguarda solo la nostra azienda», affermano Natascia e Matteo. Nel giro di un paio d’anni sono andate via 5 persone e 4 sono state assunte da novembre 2022 ad oggi dopo un corso di formazione interno. «Siamo sempre alla ricerca di nuovo personale. Ci siamo rivolti ad un’agenzia del lavoro per reclutarlo».

I percorsi

Dicono di stare «quotidianamente percorrendo ogni canale per trovare future orlatrici. Stiamo anche valutando la possibilità di allestire una scuola di formazione. Ma bisogna trovare il formatore bravo. Se è un nostro dipendente, la produzione rallenta. Non è così semplice» osservano i titolari del tomaificio Sagripanti che hanno ricevuto anche qualche domanda esplorativa per valutare la possibilità di un’eventuale cessione dell’azienda. «Siamo giovani, vorremmo andare avanti da soli. Ma se il mercato del lavoro è questo, alla fine, sei costretto a rifletterci» confessano Natascia e Matteo che invocano anche una collaborazione territoriale tra il tessuto imprenditoriale locale e i nuovi insediamenti dei grandi gruppi. Una collaborazione che però deve partire dal mondo politico e delle associazioni.

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