Chat e veleni, duello tra le categorie: bagnini-ristoratori, è scontro totale a Senigallia

Non solo il cibo, divisi anche dall’ordinanza (attesa dal Comune) sulle aperture dei bar in spiaggia

Chat e veleni, il duello tra le categorie: bagnini-ristoratori, è scontro totale a Senigallia
Chat e veleni, il duello tra le categorie: bagnini-ristoratori, è scontro totale a Senigallia
di Sabrina Marinelli
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Giovedì 25 Aprile 2024, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 08:55

SENIGALLIA Tutti contro tutti. Veleni e rivalità tra categorie ma anche all’interno delle stesse mentre in città parte il secondo ponte importante della stagione. Quello del 25 Aprile. Le chat dei balneari e dei ristoratori sono un susseguirsi di commenti e botte e risposte da martedì, giorno in cui le associazioni di categoria hanno appreso, insieme al sindaco, della lettera anonima mandata in Comune e agli organi di controllo.

Il j’accuse

Cinque ristoratori hanno “denunciato” altrettanti stabilimenti balneari, che ancora non hanno ricevuto blitz di controllo sul cibo.

Alla contrapposizione tra imprenditori balneari e ristoratori si unisce anche quella interna tra gli stessi bagnini. «Non è tanto il fatto che abbiano il bar – spiega un ristoratore, che chiede di rimanere anonimo – i bagnini potrebbero preparare un panino, una piadina e un’insalata invece ce ne sono alcuni che fanno anche la pasta e non solo. Se si limitassero a quello che possono fare nessuno si lamenterebbe». Sono numerosi i ristoratori che fanno simili esempi ma non vogliono esporsi. Non vogliono essere additati per quelli che fomentano una guerra, dannosa per tutti. Nemmeno tra i balneari c’è tanta voglia di parlare. Qualcuno difende il settore, altri stanno con i ristoratori. Di mezzo c’è il Comune che deve emettere l’ordinanza per le aperture dei bar in spiaggia. Dal 1° maggio si parte a pieno regime e qualsiasi mossa sarà impopolare. Se non concederà le deroghe aggiuntive, richieste dai bagnini per guardare le partite dell’Italia agli Europei in spiaggia, si attirerà la loro ira. Se le concederà saranno i ristoratori a ritenere che vi sia un occhio di riguardo verso i balneari. Molti si chiedono quanto influirà sulla scelta la lettera anonima. «Da anni c’è questa rivalità – ricorda Claudio Pompei, Bagni Licia 99 sul lungomare Alighieri –, i bagnini si devono adeguare perché la legge è uguale per tutti. Non possono fare gli stessi prezzi dei ristoranti avendo spese minori. Non è giusto verso chi ha controlli e oneri maggiori». Verifiche ci sono spiega Maurizio Tamenghi, Bagni 26/27 sul lungomare Mameli. «Abbiamo gli stessi controlli poi se qualcuno esagera non è giusto prendersela con la categoria. Un cliente che si ferma a mangiare una piadina al mare non vuole spostarsi, chi vuole andare al ristorante, invece, ci va al di là che io faccia una festa o una cena. Se faccio da mangiare non attiro clienti esterni ma solo dei miei bagni che, anziché andare a casa e cucinarsi da soli, preferiscono rimanere a godersi la giornata fino in fondo, chi invece vuole andare al ristorante ci va lo stesso». Il problema dei ristoranti, a suo avviso, è legato alla crisi economica.

Le difficoltà economiche

«Non togliamo lavoro ai ristoratori – prosegue Tamenghi -. È che devono capire che una famiglia di quattro persone, che va a mangiare una pizza e spende 80 euro ci va una volta al mese, se va bene, non tutte possono permettersi di andare al ristorante. Il calo che hanno avuto non è per colpa nostra, che facciamo una piadina, un’insalatona o un primo pronto in atmosfera modificata senza manipolare niente. Le famiglie non ce la fanno più». Claudio Pompei dei Bagni Licia 99 aggiunge: «I bar, comunque, devono starci nelle spiagge, fa parte dell’offerta turistica diversificata e all’avanguardia, rispettando le regole che vengono impartite. Il turista quando viene gira, la sera esce va in centro e al ristorante».

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