Brigadiere accoltellato alle spalle dopo
aver riportato ​a casa un marocchino ubriaco

Brigadiere accoltellato alle spalle dopo aver riportato a casa un marocchino ubriaco
di Pierpaolo Pierleoni
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Lunedì 1 Luglio 2019, 05:25
MONTEGRANARO - Stava facendo il suo lavoro a Montegranaro, Mario Iadonato. Garantire la sicurezza di tutti, mentre la città viveva una notte di festa. E’ finito su un letto d’ospedale, ferito da una coltellata alla schiena che è arrivata a lacerargli un polmone, per fortuna in maniera lieve. Dopo ore di grande apprensione, sta meglio. E’ stanco, ancora turbato, ma confortato dall’affetto della famiglia, dei colleghi dell’Arma e da una valanga di attestati di stima e amicizia. Un fatto di sangue che ha destato sgomento, quello di sabato sera, e fatto rimbalzare il nome di Montegranaro sulle cronache nazionali. Il brigadiere Il brigadiere capo della locale caserma dei carabinieri è stato accoltellato da un marocchino di 46 anni, B.B. le sue iniziali, regolarmente in Italia, già noto alle forze dell’ordine. Un gesto folle, immotivato, al culmine di un intervento di una pattuglia, per placare le intemperanze del nordafricano. Tutto inizia intorno alle 22.30, il magrebino crea scompiglio dentro e fuori da un bar di viale Zaccagnini, appena fuori dal centro. I militari vengono chiamati sul posto, accorrono, l’uomo continua a dare in escandescenze. Iadonato e il collega lo conoscono. Con pazienza, riescono a calmarlo. Lo fanno salire su una gazzella dell’Arma e lo portano in caserma, per l’identificazione. Poi lo rilasciano e lo riaccompagnano a casa, in via Fermana sud.
 

Il dramma
Sembra finita, manca qualche minuto alle 23.30. Invece è il momento del dramma. B.B. resta fuori casa, davanti a un’auto. Il brigadiere si avvicina, il marocchino sembra volergli dire qualcosa. Scambiano alcune battute, il marocchino non è lucidissimo, è ancora in preda ai fumi dell’alcol, ma appare più tranquillo. Invece, quando il militare gli volta le spalle per tornare in auto, il 46enne estrae un coltello da cucina con una lama di 15 centimetri e gli sferra un colpo sotto la scapola sinistra. La lama entra per circa 5 centimetri nella carne del militare, arriva a sfiorargli un polmone, provocandogli un’abbondante perdita di sangue. Sono attimi di terrore e incredulità. Il collega è il primo a soccorrere il ferito ed a chiamare il 118, arrivano i mezzi, che gli prestano le prime medicazioni e partono a sirene spiegate verso l’ospedale Murri di Fermo. Il 59enne per fortuna rimane cosciente e dà segnali incoraggianti. Il marocchino, intanto, si dà alla fuga, ma durerà appena una manciata di minuti. I rinforzi arrivati in via Fermana sud lo individuano e bloccano rapidamente. Ora dovrà rispondere di tentato omicidio, resistenza, lesioni aggravate e porto abusivo d’arma. La notizia del ferimento si diffonde rapidamente.

I soccorsi
Iadonato viene ricoverato al reparto di chirurgia, è sottoposto a drenaggi, la prognosi è riservata, ma i medici sono fiduciosi di poterla sciogliere nelle prossime ore. Il carabiniere vanta una prolungata esperienza nell’Arma. Sposato, con due figli, molisano, originario di Palata, da molti anni lavora e vive a Montegranaro, dove si è guadagnato amicizia e stima tra la popolazione. In mattinata, al nosocomio fermano, numerose le visite da colleghi, superiori, rappresentanti delle istituzioni. Il tenente colonnello Antonio Marinucci, alla guida del comando provinciale dei carabinieri, è stato tra i primi ad accorrere al Murri appena saputo della drammatica notizia. Ieri mattina è tornato insieme al comandante della legione carabinieri Marche, generale di brigata Fernando Nazzaro, che ha voluto esprimere personalmente solidarietà al brigadiere.

La dedizione
«Voglio tornare subito al lavoro» confida Iadonato ai colleghi dell’Arma, evidenziando una volta di più la sua dedizione alla divisa, che gli è valsa, nel corso della carriera, ben tre encomi per i pregevoli risultati investigativi raggiunti. In ospedale anche la sindaca Ediana Mancini, aggiornata ora per ora nel corso della notte dal comandante di stazione, maresciallo Giancarlo Di Risio, sullo stato di salute del collega. La prima cittadina si trattiene a parlare con lui per esprimergli la solidarietà di tutta la comunità montegranarese. «L’ho trovato scosso, deluso per quel gesto così vigliacco da parte di un soggetto che conosceva. A lui, agli uomini del comandante Di Risio ed all’Arma, tutta la nostra vicinanza e gratitudine». 
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