Ippodromo di Montegiorgio, estate in pista. «Un simbolo del nostro territorio»

Ippodromo di Montegiorgio, estate in pista. «Un simbolo del nostro territorio»
di Marina Vita
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Lunedì 31 Luglio 2023, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 12:03

MONTEGIORGIO - Giorni clou all’ippodromo San Paolo che con le due riunioni settimanali di corse si avvicina a grandi tappe alla finale del campionato riservato ai driver. Un impianto che sa di storia, quella di una famiglia con la passione per l’ippica e di un territorio che gli è cresciuto intorno. La famiglia è quella dei Mattii, con a capo il fondatore Dante, il “visionario” che negli anni ’60 ha scommesso su un progetto coraggioso e innovativo insieme ai 5 figli Basilio, Lanfranco, Mario, Giovanni ed Elio.


Il passato


Nei primi anni Sessanta, i Mattii costruirono la prima pista su un terreno di proprietà nella campagna di Piane di Montegiorgio, un tracciato di 800 metri dove per circa 5 anni si svolsero corse non ufficiali. Il riconoscimento dell’Unire arrivò nel 1969 con 8 giornate concesse. All’epoca le riunioni di trotto venivano pubblicizzate con un altoparlante dal negozio di Attilio Vita in centro a Montegiorgio, le giocate erano su foglietti punzonati a mano dai ragazzi che trovavano così un’occupazione durante la stagione estiva. L’ippodromo diventò subito punto di attrazione e socialità, frequentato non solo da appassionati di ippica. Le tribune erano stracolme, il passeggio fitto. Negli anni, cambiando i costumi sociali, con l’avvento dell’informatica e delle agenzie di scommesse, questa caratteristica si è persa.


Le novità


Non è più necessario andare sul posto per scommettere e assistere alle corse. In 54 anni il San Paolo ha attraversato cambiamenti sociali, vissuto crisi strutturali e diatribe familiari. C’è stato anche un periodo in cui si era ipotizzata una riconversione della struttura. Ciononostante ancora oggi resta la realtà più identitaria e famosa della zona. I fondatori sono ormai tutti mancati, l’ultimo è stato Mario, scomparso nel 2021, e sono subentrati alla guida i loro figli: Alessia, Salvatore, Alessandro e Dante. «I fasti di una volta non ci sono più, ora è tutto cambiato», racconta infatti Alessia Mattii.

Le cifre


«Il numero delle riunioni di trotto - rimarca - è sceso dalle 120 del periodo d’oro a 46 annue, gli spettatori per la maggior parte sono tecnici e gente del settore, il numero dei dipendenti fissi è passato da oltre 20, che abbiamo nei soli giorni di corse, a 7.

Ma i pochi che abbiamo, sia in campo tecnico che televisivo, sono tra i più preparati d’Italia. Siamo tra i primi 8 ippodromi italiani su 40, con due eventi come il Campionato italiano guidatori trotto e il Palio dei Comuni. In occasione di questi due eventi gli spettatori tornano a popolare i nostri spazi in maniera importante. E comunque non si registrano diminuzioni sul volume delle scommesse, di cui però non abbiamo più ristorni percentuali, in quanto siamo una struttura organizzatrice di spettacoli per conto del ministero. Lottiamo per stare in equilibrio e salvare lo zoccolo duro di una tradizione non sradicabile che vogliamo mantenere nel nostro territorio grazie anche alla stretta collaborazione con la Snai e alla trasmissione in diretta delle nostre corse in Hd in tutto il mondo. Qualche segnale positivo da parte dell’attuale governo c’è: il ministero si è attivato per pagare i premi entro i termini, soprattutto ai vincitori di corse normali che finora dovevano aspettare anche più di 6 mesi».


L’impegno


Decisivo anche il lavoro del centro di allenamento, di recente ristrutturato. «Abbiamo - dice - riaperto a maggio e ora ospitiamo 200 cavalli. Sono tornate tutte le scuderie che avevamo dovuto allontanare per ragioni di sicurezza, e addirittura ne sono arrivate di nuove che da noi si trovano bene e intendono restare. Ci sarebbe ancora disponibilità di altri 100 box, ma per scelta ne lasciamo sempre alcuni a disposizione dei cavalli non stanziali. L’intervento di bonifica e in particolare l’apposizione di impianti fotovoltaici sui tetti ci ha consentivo di risparmiare circa un 30% sui costi energetici che data l’illuminazione che abbiamo, per noi sono molto significativi». Ma come vedono il futuro della struttura gli eredi Mattii? «È nostro intento farci conoscere sempre di più attraverso campagne di comunicazione su tv e social- chiosa Alessia - per veicolare l’ippica e il nostro territorio nel mondo, mantenendo la tradizione dei nostri padri fondatori».

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