L’impegno
Per la Ciip si tratta di impianti necessari per scongiurare le future crisi idriche con scarsità di acqua potabile. I prelievi massimi, sia nel lago di Gerosa che sul fiume Tenna, saranno di massimo 200 litri al secondo. Varie associazioni, cittadini e alcuni sindaci del Fermano, riuniti nel “Coordinamento salviamo il fiume Tenna” si stanno opponendo ai prelievi sul corso fluviale temendo gravi danni allo stesso, all’ambiente, alla fauna ittica, alla pesca e al turismo. Tra le azioni anche una lettera alla Commissione Europea per sottolineare il presunto non rispetto dei principi da non violare stabiliti dai fondi del Pnrr, come la tutela dell’ambiente. Ma la Ciip fa chiarezza su vari aspetti contestati. I prelievi, ad esempio, «saranno fatti solo in caso di necessità – dicono dalla Ciip – prima nel lago di Gerosa poi, se proprio occorre, nel Tenna, che sarà la riserva della riserva». Non si preleva tutto dal lago perché «per la maggiore rapidità dei passaggi progettuali e di approvazione burocratica non si dovevano superare i 200 litri al secondo. Altrimenti non saremmo stati nei tempi». Rischi di danni al corso del Tenna e all’ambiente. «Il fiume di acqua ne ha in abbandanza.
La battaglia
Il fronte del no, compresi alcuni sindaci, lamenta che il territorio non è stato informato. «Il progetto – precisa la Ciip - è cominciato nel 2018. Sono stati fatti 4 convegni. E’ stato approvato dall’assemblea Ciip e dall’assemblea dell’Ato 5, della quale fanno parte i sindaci di 59 Comuni. Assise con presenza sopra al 95%. Il progetto è passato in Conferenza dei servizi con pareri favorevoli dei Comuni, direttamente interessati dalle strutture, Montefortino, Montemonaco, Comunanza e Amandola. Più tutte le autorizzazioni degli enti preposti, a cominciare dalla Regione». Ma il fronte del no va avanti. Al coordinamento hanno aderito associazioni varie, alcuni sindaci, cittadini dell’area montana e della media Valtenna. Lando Siliquini, ex presidente dell’Ato 5, ex sindaco di Montefortino e componente del Comitato spiega che «l’amministrazione di Amandola ha già approvato all’unanimità, compresa la minoranza, una delibera contro il prelievo. Lo stesso quella di Montegiorgio. Inoltre abbiamo fatto presente le nostre ragioni di dissenso anche presso la Comunità Europea e scritto al coordinamento nazionale del Pnrr. Secondo noi il finanziamento non corrisponde ai requisiti da non violare per usufruire del Pnrr, come la tutela dell’ambiente. Vogliamo mettere in evidenza le incongruenze, che potrebbero portare a far saltare i finanziamenti del Pnrr. Non è stato poi considerato che il prelievo viene fatto nel punto del fiume dove potrebbe arrivare il percolato di una vecchia discarica di Montefortino».