Green pass, scatta la rincorsa. Ma industriali e artigiani: «Rischiamo di perdere la manodopera specializzata»

Green pass, scatta la rincorsa. Ma industriali e artigiani: «Rischiamo di perdere la manodopera specializzata»
Green pass, scatta la rincorsa. Ma industriali e artigiani: «Rischiamo di perdere la manodopera specializzata»
di Francesca Pasquali
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Martedì 12 Ottobre 2021, 09:20

FERMO - Meno tre giorni al Green pass obbligatorio sul posto di lavoro. Gli sprovvisti resteranno fuori, con lo stipendio sospeso finché non si metteranno in regola. Chi entrerà senza lasciapassare rischierà fino a 1.500 euro di multa. I controlli toccano ai datori di lavoro. Se non li faranno, la sanzione andrà da 400 a 1.000 euro. Alla prova del nove, le aziende del Fermano arrivano affannate. È da quando l’obbligo del Green pass a lavoro è diventato legge che cercano di destreggiarsi. Il nodo sono i controlli. E la paura di dover rinunciare a cervelli e mani dei dipendenti no vax.
 
«C’è una regola e va applicata. Non per penalizzare qualcuno, ma per favorire l’economia», dice il presidente di Confindustria Centro Adriatico, Valentino Fenni. Favorevole dalla prima ora al Green pass per i lavoratori, l’associazione degli industriali ha un cruccio: che gli irriducibili non si piegheranno al vaccino. «A nessuno piace l’idea di dover lasciare a casa un collaboratore senza stipendio. Quindi, speriamo che i pochi che possono e non vogliono vaccinarsi ci ripensino. Noi siamo impotenti di fronte alla volontà del lavoratore che per noi è un perno fondamentale, difficile anche da sostituire», spiega Fenni. Per il quale l’estensione della validità del tampone da 48 a 72, in questo momento, creerebbe più confusione che altro. Di una cosa gli imprenditori sono certi, che non pagheranno i tamponi dei lavoratori, perché «lo Stato mette a disposizione il vaccino gratuitamente».

«Dobbiamo ragionare insieme sul bene collettivo – dice ancora Fenni –, per poter lavorare e garantirci un futuro». La questione tamponi la solleva anche Confartigianato. «A che ora si dovrebbe svegliare un dipendente per fare il tampone in farmacia il lunedì mattina e arrivare in orario a lavoro?», si chiede il presidente della territoriale di Fermo, Lorenzo Totò. «Le farmacie sarebbero disposte a fare i tamponi la domenica sera?», l’altra domanda che si fa. «Se, come sembra, la validità resterà a 48 ore, i lavoratori non vaccinati si troverebbero a cavallo del fine settimana.

Per le aziende significherebbe più controlli, per i lavoratori più costi. Ma lo accettiamo, perché almeno possiamo evitare ulteriori chiusure», spiega Totò. Che teme l’impatto sulle aziende dei dipendenti senza Green pass.

«Già la manodopera manca – dice –, come fai a sostituire un lavoratore specializzato da un giorno all’altro?». I dubbi sono ancora tanti. E riguardano soprattutto i controlli. Come vanno fatti? Che succede se un lavoratore non ha il Green pass? Come si controllano i dipendenti che non sono fisicamente in azienda? Ci sono lavoratori che possono entrare anche senza certificazione? Domande a cui proveranno a rispondere la responsabile Legislazione e Lavoro di Cna Macerata, Morena Guardiani, e il responsabile del Dipartimento Ambiente e Sicurezza Cna, Massimiliano Felicioni, venerdì nel corso del webinar organizzato dalle Cna di Fermo e Macerata (dalle 17 su Zoom e sul Canale 14 Marche).


Siamo favorevoli all’estensione del Green pass nei luoghi di lavoro – fa sapere il direttore della Cna di Fermo, Alessandro Migliore –, ma il decreto presenta criticità in fase di applicazione per tantissime attività economiche, esponendo le imprese al rischio di sanzioni ingiustificate. La normativa è incerta e confusa. Ci vuole un intervento urgente per semplificarla e renderla chiara». Per Felicioni, servirebbe anche «una sospensione temporanea di alcuni vincoli della privacy, per consentire al datore di lavoro di acquisire e conservare le informazioni sulla durata del Green pass del proprio collaboratore, assicurando così controlli efficaci».

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