Green pass in azienda, i piccoli artigiani in ansia: «Poca manodopera, si rischia lo stop alla produzione»

Green pass in azienda, i piccoli artigiani in ansia: «Poca manodopera, si rischia lo stop alla produzione»
Green pass in azienda, i piccoli artigiani in ansia: «Poca manodopera, si rischia lo stop alla produzione»
di Massimiliano Viti
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Martedì 28 Settembre 2021, 10:00

FERMO - Per molti artigiani c’è il rischio dello stop della produzione con il Green pass obbligatorio sul luogo di lavoro. L’allarme lanciato da Cgia a livello nazionale arriva anche a Fermo dove ci sono circa 6.000 imprese artigiane le quali devono sperare che entro il prossimo 15 ottobre, data di ingresso della legge, la gran parte dei 3,7 milioni di dipendenti del settore privato non ancora vaccinata, lo faccia. Perché per le aziende con pochi dipendenti, lo stop anche di uno di loro significa il fermo della produzione.

 
Il settore
La calzatura, che già soffre di una carenza di ricambio generazionale e figure tecniche specializzate, è uno dei settori più a rischio. «Molte aziende corrono il rischio di dover bloccare l’attività lavorativa perché già riscontrano carenze nel reperimento di manodopera e tecnici qualificati e specializzati. Per cui, se addirittura diventa necessario sostituire quelli in organico, va da sé che diventa impossibile portare avanti l’impresa» afferma il presidente di Cna Fermo, Emiliano Tomassini. Infatti per le imprese con meno di 15 dipendenti la normativa prevede la possibilità di sostituire il lavoratore sospeso per un periodo massimo di 10 giorni, rinnovabili una sola volta. «Per le aziende con pochi dipendenti la sospensione di uno di loro molto spesso significa il fermo della produzione» prosegue Tomassini che poi aggiunge: «Ci sono lavoratori non disposti neanche a fare il tampone, per motivi economici o personali, che anche se sospesi comunque rientrano tra le categorie che percepiscono sussidi e quindi valutano la convenienza se andare o non andare al lavoro.

Se si ferma la produzione siamo punto a capo». Per Cna la soluzione è l’obbligatorietà del vaccino.

«Sulla questione del Green pass ci abbiamo messo la faccia, in barba ai rischi di minacce e ai mal di pancia di chi è contrario, in quanto riteniamo l’obbligatorietà l’unica strada percorribile, seppure ci troviamo di fronte a un tema delicato, complesso e spinoso» afferma il direttore generale di Cna Fermo, Alessandro Migliore secondo il quale «è impossibile ventilare nuove chiusure. Le restrizioni sono diventate, insieme al virus, il nemico numero uno. Infatti proprio per scongiurare questo pericolo i nostri imprenditori hanno aderito in massa alla campagna vaccinale. E’ chiaro – conclude Migliore - che l’obbligo vaccinale avrebbe evitato tutti questi fraintendimenti e soprattutto avrebbe evitato la preoccupazione di molti artigiani».

Tra l’altro, sottolinea Cna, mancherebbero dei chiarimenti sugli aspetti applicativi perché, ad esempio, non è chiaro se l’eventuale sospensione del dipendente riguardi solo la retribuzione o anche gli oneri contributivi. «Il provvedimento di allargamento del Green pass lo riteniamo più che giusto – conclude Tomassini – perché serve a garantire la continuità delle attività economiche, consentire al Paese di ripartire in sicurezza, accelerare la campagna vaccinale e scongiurare ulteriori restrizioni».

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