ANCONA - Le Marche del saper fare chiudono bottega sempre più spesso. Negli ultimi dieci anni il numero degli artigiani attivi nella nostra regione è sceso da 72.077 a 56.514, con un calo del 21,6% che piazza le Marche al secondo posto (dopo l’Abruzzo, -24,3%) della classifica sul declino della presenza artigiana in Italia.
Un trend fotografato da uno studio della Cgia di Mestre, secondo cui tra il 2012 e lo scorso anno in Italia si sono perse 325mila imprese artigiane. Un declino interrotto soltanto da un piccolo rimbalzo post-Covid, visto che solo negli ultimi dieci anni solo nel 2021 la platea complessiva è aumentata, seppur di poco, rispetto all’anno precedente, segnato pesantemente dalla pandemia.
Più della media
Le Marche dell’artigianato sono scese da 72.077 imprese a 56.514 (-21,6%) pagando dunque un pegno più pesante, sia rispetto alla media nazionale (-17,4%) che del Centro Italia (-18%). La provincia che accusa le perdite più consistente è quella di Ascoli Piceno (che accorpa anche i dati di Fermo), con un -23,8% che la colloca all’8° posto della classifica nazionale. Poco più dietro (11esima) c’è Pesaro Urbino (-23,5%), Macerata è al 17° posto con -21,5%, mentre la provincia che è riuscita a contenere meglio l’emorragia di artigiani è quella di Ancona (-17,2%) che si piazza 58esima tra le 103 province italiane.
Il report del Centro studi dell’associazione Artigiani e piccole imprese di Mestre (Venezia) parte dagli ultimi dati resi disponibili dall’Inps, secondo cui nel 2022 si contavano in Italia 1.542.299 artigiani, rispetto al 1.866.904 del 2012.