Calzature, trasferta da Pitti Uomo e Bimbo. «I licenziamenti stoppati? Per ora in salvo tremila posti»

Calzature, trasferta da Pitti Uomo e Bimbo. «I licenziamenti stoppati? Per ora in salvo tremila posti»
di Massimiliano Viti
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Mercoledì 30 Giugno 2021, 05:30

FERMO - La scarpa fermana fa ancora fatica. L’export non riparte. E Pitti Uomo e Bimbo, che si aprono oggi, non determineranno un cambio di rotta. Un sospiro di sollievo lo hanno tirato i 22.000 occupati marchigiani del settore che per altri 4 mesi, e fino al 31 ottobre, non rischieranno di essere licenziati, grazie alla proroga del blocco dei licenziamenti concesso dal Governo Draghi per la filiera del tessile (pelletteria e calzature, comprese), le cui aziende potranno ancora utilizzare la cassa integrazione gratuita.
 
«Una soddisfazione a metà perché, pur apprezzando la parziale proroga, che da nostre stime porrebbe significare aver arginato la perdita di circa 3.000 posti di lavoro a livello locale, non saremo soddisfatti finché questa previsione non riguarderà tutte le lavoratrici e lavoratori di tutti i settori» è il commento di Alessandro De Grazia, segretario generale della Camera del Lavoro Cgil Fermo. «Per noi non ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B – aggiunge - tutti devono avere pari diritti e pari opportunità».

Il sindacalista definisce “un errore clamoroso” la decisione del Governo di non prorogare il blocco dei licenziamenti in tutti i settori, «dando il via libera, di fatto, ai licenziamenti in momento in cui si comincia a intravedere qualche segnale di ripresa, seppur a macchia di leopardo fra i settori».

La calzatura è tra quelli che vedono una ripresa molto fioca. Una ripresa che nelle Marche ancora non si vede. Perché ci sono pochissime grandi imprese, perché le aziende locali hanno dei marchi-non-marchi la cui fetta di mercato si sta assottigliando sempre di più e perché non riescono a essere visibili né online e né in Cina.

Secondo gli ultimi dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, nel primo trimestre 2021 l’export italiano di scarpe ha fatto registrare +0,3% in quantità e +3% a valore sullo stesso trimestre di un anno fa. Le Marche -11,7% nel suo complesso, con Fermo a -16,5%, Ascoli -22,7% e Macerata + 4,5%. «La ripresa è ancora distante, sebbene l’attenuarsi della virulenza pandemica riesca a farci intravedere la luce in fondo al tunnel» spiega Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici che osserva l’ulteriore calo negli acquisti delle famiglie italiane rispetto ai primi 3 mesi del 2020.


«I tempi di recupero non saranno brevi», osserva lo stesso Badon che sottolinea come, nel trimestre, la produzione sia scesa del 6,4% rispetto al periodo gennaio-marzo 2020 e del 30% se paragonata all’analogo periodo del 2019. Bene i nuovi mercati di Svizzera (legato alle vendite online), Francia (determinato dal contoterzismo) e Cina (per grandi brand) e male quelli tradizionali più legati al Fermano come Germania e Russia. Pitti Uomo, con 7 marchi fermani presenti, e Pitti Bimbo. offrono uno scenario di normalità ma non incideranno sull’andamento del settore: una verifica più probante a settembre col Micam.

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