FERMO - Ricorrono oggi cinque anni dalla scomparsa di Mariano Ciarrocchi, il padre di Alessandro, assessore all’ambiente del Comune di Fermo. Stava viaggiando verso Roma insieme al figlio, quando, ricorda quest’ultimo «è deceduto per complicazioni all’ospedale a seguito di un lieve incidente stradale». Un ricordo, quello di Mariano, che nella città di Fermo è ancora vivo.
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«Ringrazio il sindaco e i colleghi di giunta – dice il figlio Alessandro – perché come ogni anno, nel giorno della ricorrenza, in segno di rispetto hanno evitato eventi e manifestazioni pubbliche».
Non dimentica l’accaduto, e non passa giorno, in cui non senta la mancanza di suo padre, come del resto è normale quando si perde una persona molto cara. Con Mariano, il figlio aveva un rapporto simbiotico che «acuisce il dolore per la sua perdita, così come lo fa anche il senso di ingiustizia per quello che è successo in ospedale a L’Aquila. Mio padre è entrato in codice verde ed è morto nonostante ci avessero garantito una pronta dimissione. Per questo c’è ancora un processo in corso, ma, a prescindere da come finirà, nessuno mi potrà ridare mio padre». Per il dramma erano stati indagati 7 medici, ora ne sono rimasti 5.
Ne parla, lasciando trasparire un velo di dolore e di mancanza meno forti di quelli che sente dentro perché spesso «mi capita di collegare la sua perdita al mio ruolo di assessore, per l’occasione che l’ha determinata. Ribadisco il mio grazie al sindaco e ai miei colleghi: mi sono stati sempre d’aiuto, ma soprattutto devo ringraziare la mia famiglia e la forza, in particolare, di mia madre. Sono sicuro che riuscirò a completare il mio secondo mandato: questo è quello che lui, mio padre, avrebbe voluto». Non manca occasione per ricordarlo, in privato, insieme ad amici e conoscenti che, lo dice espressamente l’assessore Ciarrocchi, «spesso quando mi incontrano non esitano a raccontarmi qualche aneddoto di vita vissuta, rimpiangendo la sua perdita. Questo mi conforta: mi aiuta il suo ricordo, di un uomo onesto, capace, felice, amante e orgoglioso della sua famiglia, delle sue origini, e della nostra città. La vita ci costringe ad essere forti, ed io lo sono stato fino ad oggi, affrontando il destino con serenità, fede e sorriso».