Una centrale agrifotovoltaica grande come 50 campi di calcio: il progetto di una società britannica spaventa il Fermano

Una centrale agrifotovoltaica grande come 50 campi di calcio: il progetto di una società britannica spaventa il Fermano
Una centrale agrifotovoltaica grande come 50 campi di calcio: il progetto di una società britannica spaventa il Fermano
di Mario Paci
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Martedì 14 Febbraio 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 07:22
FERMO C’è un impianto energetico all’orizzonte che turba il sonno di diverse associazioni. A Colle Ete ai confini fra Belmonte Piceno e Servigliano, è previsto un impianto agrofotovoltaico che occuperà una superficie intorno ai 40 ettari, qualcosa come circa 50 campi di calcio, per un costo complessivo di oltre tre milioni di euro , capace di produrre una potenza di 18,31 MWp. A presentare il progetto è la Tep Renewables, società italiana del gruppo Tep che ha sede legale in Gran Bretagna e uffici sparsi in tutto il mondo. 


Le autorizzazioni


La società ha elaborato e redatto uno studio di impatto ambientale con l’obiettivo di individuare le matrici ambientali e socio-sanitarie, quali fattori antropici, naturalistici, climatici, paesaggistici, culturali ed agricoli su cui insiste il progetto, e l’analisi del rapporto delle attività previste con le matrici stesse. L’obiettivo è di finanziare il progetto all’insegna della transizione ecologica, in linea con gli indirizzi del governo.


I dubbi


«Francamente è difficile scorgere qualcosa che possa avvicinarsi ad una rivoluzione verde» ribatte il coordinamento ambientalista fermano compposto da Italia Nostra, Lipu, Slow Food del Fermano, Legambiente, Archeoclub, Chi Mangia la Foglia, River Keeper-Ekoclub. L’impianto avrebbe un’estensione di circa 40 ettari di pannelli solari, per un numero di quasi 37mila moduli (il pannello solare è composto da numerosi moduli fotovoltaici, a loro volta composti da celle fotovoltaiche), con strutture di sostegno di circa 2,50 metri di altezza, a sostegno di pannelli solari di lunghezza superiore a 4,50 mt che nella loro inclinazione fino a 55° arrivano a circa 10 cm dal piano campagna. «Pur prevedendo adeguate distanze tra i singoli pannelli non è difficile comprendere, anche da parte di un non esperto del settore, che nel terreno sottostante non trova spazio nessuna forma di allevamento di qualsivoglia specie animale, se non forse di conigli, o di coltivazione agricola, se non altro perché il terreno viene depauperato della sua principale fonte di vita, il sole» aggiunge il comitato.

La società Tep Renewables, prevede la recinzione perimetrale che dovrà delimitare le aree di installazione degli impianti, con rete metallica a pali fissati nel terreno con plinti. Sarà sollevata da terra di circa dieci centimetri per il passaggio della microfauna «ma c’è da chiedersi quale potrebbe essere la microfauna in questione se già un topolino di campagna o una lucertola».

Le associazioni

ll coordinamento delle associazioni ambientaliste del Fermano vuole prendere spunto dalle osservazioni, con richiesta di parere negativo, depositate dalla Condotta Slow Food di Fermo, che del Coordinamento fa parte, il 26 gennaio scorso e farle sue in toto, con particolare riferimento alla necessità di tutela della vicina area archeologica di Belmonte Piceno.«Tutti gli enti locali spendono fiumi di progetti e parole per promuovere l’agricoltura locale, ci riempiamo la bocca di chilometri -zero e tutti questi bei concetti, e poi con un solo progetto togliamo ben 40 ettari alla produzione agricola del territorio per darli ad una società energetica inglese? Prima di occupare terreni agricoli e togliere opportunità ai coltivatori e agli allevatori - prosegue il coordinamento - è necessario prendere in considerazione l’utilizzo con le potenzialità che offrono i tetti, delle aree industriali e artigianali e comunque non agricole».


Il precedente


Una situazione simile fotocopia a quella di Belmonte si è verificata tra Fano e Cartoceto, con un campo agrivoltaico di circa 45 ettari. I sindaci a ottobre scorso hanno reso posizione contraria al progetto, questa volta presentato da una società tedesca, coinvolgendo nel rigetto del progetto stesso anche il presidente della Provincia. «La nostra comunità merita una simile scempio? Sono tante le ferite del territorio, che vengono perpetrate giornalmente e che impercettibilmente stanno mettendo a rischio il futuro delle prossime generazioni. Dov’è in tutto questo il rispetto del cittadino comune, dell’ambiente, del paesaggio delle nostre colline vanto turistico in tutto il mondo? Perché è così difficile da comprendere che non è possibile coltivare sotto e a ridosso di pannelli fotovoltaici qualunque specie di piantagione o esercitare qualunque tipo di allevamento? .
 

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