Addio all’incubo tutor su Mezzina e Stradone. Disattivato con il passaggio di competenze da Provincia ad Anas

Addio all’incubo tutor su Mezzina e Stradone. Disattivato con il passaggio di competenze da Provincia ad Anas
Addio all’incubo tutor su Mezzina e Stradone. Disattivato con il passaggio di competenze da Provincia ad Anas
di Domenico Ciarrocchi
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Giovedì 25 Gennaio 2024, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 12:08
FERMO Fra autovelox, telelaser, T-Red e speed-check, come ti muovi ti prendono in castagna. Ma fra tanti strumenti a disposizione ce n’è uno che è finito (almeno per ora) nel cassetto. È il temutissimo tutor che calcola la velocità media del mezzo in transito fra due pannelli di controllo in entrata e uscita, di solito per un tratto di alcuni km. Il tutor è il mezzo più usato per controllare la velocità lungo le autostrade e nel Fermano era sbarcato anche sulle provinciali, in particolare la Fermo-Porto San Giorgio, nota come lo Stradone, e la Mezzina fra Casette d’Ete e Campiglione.  

Era stata la Provincia a installare il sistema di controllo. Quando le competenze su queste arterie erano passate all’Anas, quest’ultima aveva deciso di disattivarlo per problemi di gestione. Le apparecchiature erano di proprietà di una ditta privata che veniva pagata per il loro utilizzo in percentuale sulle contravvenzioni rilevate. Dopo l’exploit iniziale, fatti due conti era quasi più la spesa che il guadagno.


I calcoli


Al momento dell’attivazione, nel 2013, la Provincia aveva previsto un introito netto dalle multe pari a 150mila euro all'anno. Ai tutor aveva anche affiancato 24 speed-check fra Valdaso, Mezzina, Strada Brancadoro, Valdete, Monte Urano, Girola, Montegiorgio, Piane di Falerone e altro ancora: si tratta dei contenitori posti al lato della strada per effetuare e registrare gli scatti fotografici nei confronti di chi transita superando il limite. Ma 999 volte su mille sono vuoti e ormai non fungono nemmeno più da deterrente.

I tutor coprivano un tratto di 3 km della Mezzina tra i due distributori di benzina e 2 della provinciale che da Fermo scende rapida a Porto San Giorgio nel tratto interessato dallo spartitraffico, quello che era di competenza dell’ente e non dei due Comuni confinanti.

La foto

Il veicolo in transito veniva inizialmente fotografato (con data e ora) al passaggio sotto al primo pannello e poi di nuovo immortalato sotto il secondo. L’intento era buono: limitare gli incidenti in due strade da sempre a rischio e non colpire all’improvviso il conducente con l’autovelox: si veniva multati solo se la propria media era superiore a quella consentita (ad esempio 70 km/h sullo Stradone) e non se si superava il limite al passaggio all’altezza del primo step, andando a colpire un automobilista distratto. I primi tempi furono duri, con centinaia di multe arrivate in simultanea agli automobilisti della zona. Quando ormai si erano abituati tutti, o quasi, alla novità, il repentino smantellamento sia dell’impianto sulla Fermo-Porto San Giorgio, sostituito in particolare dall’autovelox della polizia locale di Porto San Giorgio, spesso piazzato sotto il viadotto dell’A14, che di quello sulla Mezzina, a sua volta sempre disattivato dall’Anas. Dal 2018 ha preso il suo posto un punto di rilevamento di velocità istantanea con postazione fissa e senza obbligo di contestazione immediata che ha finito suo malgrado per dare vita a una raffica di contestazioni da parte degli automobilisti (poi accolte dal giudice di pace) per la procedura adottata.

 

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