Ponte Garibaldi a Senigallia, siamo in ritardo: «L’Anas acceleri con il progetto»

Ponte Garibaldi a Senigallia, siamo in ritardo: «L’Anas acceleri con il progetto»
Ponte Garibaldi a Senigallia, siamo in ritardo: «L’Anas acceleri con il progetto»
di Sabrina Marinelli
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Martedì 30 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:17

SENIGALLIA La struttura commissariale sollecita Anas per il progetto di Ponte Garibaldi. La sua altezza è al centro di verifiche e potrebbe far slittare i tempi. Intanto nel letto del Misa, proprio in prossimità del tratto centrale, riemergono detriti, tra cui varie biciclette che riaffiorano, e i cittadini vorrebbero venisse portato via di nuovo tutto il materiale che si è nel frattempo depositato. 


L’iter 

«Per quanto riguarda ponte Garibaldi ancora Anas non ha trasmesso il progetto – spiega l’ingegnere Stefano Babini, vicecommissario all’emergenza – abbiamo solo una bozza, da modificare, perché il ponte deve essere posizionato sopra le sponde e non al loro interno. Così ipotizzava da Anas che ha chiesto un parere all’Autorità di Bacino perché, al momento, non ha una soluzione che risponda pienamente alle nostre specifiche». Durante il sopralluogo del 1° luglio scorso il presidente Acquaroli aveva detto che entro dieci mesi ponte Garibaldi sarebbe stato demolito e ricostruito. Ne sono già passati sette e quasi sicuramente questa previsione verrà disattesa. «Difficilmente per primavera potrà essere pronto – prosegue Babini – se si riuscirà ad avere il progetto in tempi rapidi credo nel giro di sessanta giorni, espletata la gara, potranno partire con i lavori». 
C’è preoccupazione in città per la possibilità di avere un cantiere aperto nel pieno dell’estate. «Il ponte vero e proprio non verrà realizzato in loco ma sarà solo montato una volta pronto – precisa Babini –, sul posto ci saranno da realizzare rampe e spalle.

Potrebbe esserci qualche disagio, quello sì, per la viabilità ma sto sollecitando per accelerare il più possibile». Non è invece in programma un nuovo dragaggio del fiume. «Al momento non è previsto un intervento specifico per andare a pulire il fiume in quel tratto – spiega il vicecommissario –, ciò che è riaffiorato riguarda più che altro una questione di decoro urbano che non attiene alla struttura commissariale. Vedremo però, una volta aperto il cantiere del nuovo ponte, se sarà possibile rimuovere il materiale portato dal fiume». Ci sono anche molti pezzi del vecchio ponte demolito, rimasti proprio lì dove sono caduti durante l’abbattimento. L’ingegner Babini ha sollecitato anche il Consorzio di bonifica per l’intervento di ricostruzione della spalla del ponte di via della Chiusa, tra Vallone e Cannella. Deve essere fatta la gara d’appalto poi potranno iniziare i lavori. Per quanto riguarda, infine, ponte Angeli dell’8 dicembre 2018, che il sindaco aveva chiesto di poter rifare, ci sono dubbi su questa possibilità. «Non è tanto una questione di costi, perché quando si migliora la sicurezza nulla va sprecato – conclude l’ingegnere Stefano Babini –, il problema qui è un altro. Un ponte nuovo andrebbe rifatto più alto, proprio come vorremmo il nuovo Garibaldi ma qui ci troviamo di fronte al Corso principale, dove le rampe per raggiungerlo devasterebbero il centro storico murando le attività commerciali. Bisogna rispettare il territorio. Adesso abbiamo chiesto al progettista del ponte di valutare la possibilità di alzarlo in caso di emergenza. Valuteremo tutto». 

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