Fine del mito del posto fisso: troppi inattivi nelle Marche

Fine del mito del posto fisso: troppi inattivi nelle Marche

di Donato Iacobucci
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 05:20

Negli ultimi mesi il Corriere Adriatico ha più volte evidenziato le difficoltà delle imprese regionali nel reperire personale. Nel post-pandemia il problema sembrava riguardare solo alcuni settori, come quello della ristorazione, che faticavano a ritrovare un equilibrio nelle condizioni di offerta.

Nel tempo, il fenomeno si è accentuato e generalizzato. Lorenzo Sconocchini è intervenuto più volte a commento dei risultati dell’indagine Excelsior di Unioncamere e Anpal sui fabbisogni di personale. Nell’articolo del 19 gennaio scorso si sottolineava che il 53% delle imprese era in difficoltà nel reperire personale. Un dato in crescita rispetto ai periodi precedenti e più elevato della media nazionale. A conferma del dato statistico, nell’intervista di Véronique Angeletti ad Alberto Barilari della Neomec, l’imprenditore lamentava la cronica e crescente difficoltà a reperire personale qualificato.

Le carenze nell’offerta di lavoro riguardano soprattutto le figure professionali elevate e intermedie mentre minori problemi si riscontrano per le figure a più bassa qualificazione.

Parte di queste difficoltà sono da ricondurre alla demografia. Nel 2023 la popolazione in età da lavoro (fra i 15 e i 64 anni) è calata nelle Marche di circa 6.000 unità. Un calo che andrà accentuandosi nei prossimi anni e che difficilmente potrà essere compensato dai flussi migratori. Nel complesso, nel corso del 2023 le condizioni del mercato del lavoro regionale sono migliorate. Il numero di occupati è cresciuto di 20.000 unità e il tasso di disoccupazione è calato dal 6% di inizio anno al 5%.

*  Docente di Economia  all’Università Politecnica  delle Marche e coordinatore  della Fondazione Merloni

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