Il volo per Roma? Va bene per una cena con gli amici

Il volo per Roma? Va bene per una cena con gli amici

di Donato Iacobucci
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 04:55

Nell’articolo di fondo di giovedì 4 aprile il direttore Giancarlo Laurenzi ci ha fornito un gustoso resoconto della (dis)avventura di viaggiare in solitaria su un volo di linea. La circostanza può essere vissuta in modo piacevole o suscitare un certo disagio (come mai nessun altro ha prenotato quel volo?). Per il nostro direttore la prima sensazione sembra essere stata prevalente. Al di là delle sensazioni personali vi è la constatazione amara che a queste condizioni il servizio di continuità territoriale, che nelle intenzioni avrebbe dovuto alleviare i disagi di collegamento con la capitale, è del tutto inutile. Innanzitutto per gli orari. Arrivare nel tardo pomeriggio a Roma va bene per andare a cena con gli amici ma non per appuntamenti di lavoro.

La ripartenza nel primo pomeriggio suppone che si sia arrivati il giorno prima e che si perda mezza giornata di lavoro.

Evidentemente l’aeromobile messo a disposizione per il collegamento ha altre tratte più remunerative da servire negli orari di maggior utenza (mattino e sera) ed è utilizzato nella tratta Roma-Ancona nei buchi d’orario. Se la destinazione del viaggio è Roma e la motivazione è per affari l’Aeroporto Leonardo Da Vinci non è il più efficiente; sarebbe stato preferibile Ciampino ma a maggiore ragione la condizione indispensabile per rendere appetibile l’opzione è quella della partenza al mattino presto con rientro in serata.

Come osservato dal direttore Laurenzi, per arrivare a questa conclusione non occorrono sofisticate analisi di mercato: è sufficiente il buon senso. L’aeroporto Leonardo Da Vinci non è solo uno degli aeroporti di Roma; è anche il principale hub italiano. La ragione per arrivarci può non essere quella di recarsi a Roma ma di cambiare per un’altra destinazione: Italiana o internazionale. La diffusione del sistema hub & spoke (mozzo e raggi) è tra i fattori che hanno determinato l’eccezionale incremento del trasporto aereo passeggeri negli ultimi decenni. All’hub fanno capo i collegamenti internazionali e verso l’hub si concentrano i voli dagli aeroporti piccoli e medi. L’organizzazione hub & spoke è alla base del successo del collegamento con l’aeroporto di Monaco, diventato nel tempo uno dei principali hub del centro Europa anche grazie alla rete di collegamenti con i piccoli e medi aeroporti del centro-nord Italia, fra i quali Ancona. La gran parte dei marchigiani che utilizza il volo per Monaco non è interessata ad andare in quella città ma utilizza l’hub per proseguire verso altre destinazioni. Visto in questa ottica l’attuale collegamento con il Leonardo Da Vinci è poco efficace. Non perché l’hub di Roma sia meno importante di Monaco: nell’ultimo ano vi sono stati circa 40 milioni di transiti nell’aeroporto Leonardo Da Vinci e poco meno di 50 milioni in quello di Monaco. Il problema non sono le infrastrutture ma l’organizzazione del servizio. L’aeroporto di Monaco è l’hub di Lufthansa. Il terminal 2, finanziato da Lufthansa e in parte di sua proprietà, è utilizzato in via esclusiva da questa compagnia e dalle altre compagnie associate nell’accordo di code sharing Star Alliance.

Air Dolomiti, che per anni ha operato i voli da Ancona a Monaco è controllata da Lufthansa ed è parte di Star Alliance. Per questo è possibile acquistare da Ancona voli diretti verso qualunque destinazione in Europa e nel mondo. Cosa non possibile con il collegamento vero l’hub di Fiumicino. Il disastro combinato con Alitalia ci ha lasciato senza una compagnia di riferimento per l’hub di Fiumicino (che doveva essere appunto Alitalia). Non è un problema per chi parte da Roma, che ha comunque a disposizione un’ampia e variegata offerta. Lo è per tutti i piccoli e medi aeroporti italiani poiché non vi è una compagnia interessata ad alimentare il traffico verso l’hub di Fiumicino (a differenza di quanto avviene per Monaco). SkyAlps è una compagnia indipendente che opera collegamenti punto a punto, poco utili ai fini del transito verso altre destinazioni. In sintesi, come constatato dal direttore Laurenzi, il collegamento così com’è è poco utile (per utilizzare un eufemismo) e la ‘continuità territoriale’ verso la capitale e verso il suo hub continua ad essere un miraggio.

* Docente di Economia  all’Università Politecnica  delle Marche  e coordinatore  della Fondazione Merloni

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