Sul Corriere Adriatico di Domenica 24 marzo Maria Cristina Benedetti e Martina Marinangeli, prendendo spunto dalla ventilata acquisizione delle cantine Villa Bucci da parte del gruppo Oniverse, avevano sollevato la questione dell’elevato numero di imprese marchigiane acquisite da gruppi nazionali ed esteri. Un fenomeno che si è accentuato dopo la crisi finanziaria del 2008-2009 e che vede le imprese regionali quasi sempre dalla parte di chi vende piuttosto che di chi acquista. La questione aveva sollevato un vivace dibattito cui hanno fornito contributi studiosi e imprenditori. A ribadire la rilevanza e l’attualità del tema mercoledì 27 marzo è stata annunciata l’OPA (offerta pubblica di acquisto) da parte del gruppo USA Honywell sulla Civitanavi Systems, impresa marchigiana specializzata nei sistemi di navigazione inerziali. Il caso della Civitanavi Systems è molto interessante per due ragioni. La prima è che si tratta di un’impresa nata come start-up innovativa nell’ambito dell’elettronica avanzata in contesto territoriale (quello fermano-maceratese) dominato dal settore calzaturiero. Realizza, quindi, ciò che ci aspettiamo dalle start-up innovative: la diversificazione delle attività manifatturiere della regione verso attività a più alto contenuto di conoscenza e di tecnologia. La seconda ragione sta nel fatto che la sua cessione ad un grande gruppo va considerata del tutto fisiologica nel ciclo di sviluppo delle imprese ad alta tecnologia. La Civitanavi Systems è un caso esemplare di start-up innovativa, che è stata capace di alimentare la crescita attirando capitali e competenze. Per farlo ha aperto il capitale e si è quotata in borsa. In alcuni casi si può continuare a crescere rimanendo autonomi ma nella grande maggioranza dei casi il modo migliore per valorizzare l’investimento è la cessione ad un grande gruppo. La possibilità di valorizzare adeguatamente il capitale investito è fondamentale per indurre imprenditori e investitori a finanziare le start-up innovative, trattandosi di investimenti molto rischiosi. Abbiamo più volte sottolineato il fatto che nella nostra regione vi è un elevato numero di start-up innovative, frutto anche dell’attivismo degli atenei nel promuovere l’imprenditorialità.
*Docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche e coordinatore della Fondazione Merloni