SAN BENEDETTO - Cento anni sono di per sé già un traguardo invidiabile. Ma se a compierli è Harry Shindler, il veterano della II Guerra Mondiale e Ufficiale dell’Impero Britannico, ecco che la data diventa anche un fatto culturale e mediatico. Si dà il caso infatti che, in previsione del genetliaco, il 17 luglio, nell’appartamento di Porto d’Ascoli dove ha il suo studio, Harry abbia già incontrato diverse testate televisive.
Ma tra le cose delle quali va più fiero è una lettera, arrivata qualche giorno fa, dal Numero 10 di Downing Street. Sì, esattamente firmata dal primo ministro inglese Boris Johnson che lo ringrazia ufficialmente non solo per essere uno dei veterani dello sbarco di Anzio che ha ridato la libertà all’Italia e all’Europa ma soprattutto per la sua ultima battaglia che sta andando in porto e riguarda la possibilità di concedere il voto degli inglesi all’estero da più di 15 anni. Harry, infatti, partendo da presupposto che è un fatto di civiltà, negli ultimi anni ha incontrato personalità politiche e si è speso fino ad arrivare alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.