San Benedetto, il presidente di Confesercenti critica l'ordinanza anti-movida molesta: «Il proibizionismo non dà frutti»

Fa discutere l'ordinanza anti-movida fracassona
Fa discutere l'ordinanza anti-movida fracassona
di Alessandra Clementi
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Mercoledì 6 Aprile 2022, 07:05

SAN BENEDETTO - Si amplia il perimetro del centro che vedrà il silenziatore scattare a partire dalle due di notte. La lotta alla mala movida viene condivisa dalla Confesercenti, rappresentata dal suo presidente regionale Sandro Assenti, che però sottolinea il ruolo che dovrebbero avere le famiglie e la scuola oltre a chiedere di non penalizzare ulteriormente il centro cittadino già abbastanza vessato. Una battaglia ai disordini che dovrà vedere il campo una sinergia tra locali, Comune e forze dell’ordine. 

 

Inizialmente il perimetro, interessato dalla nuova ordinanza che impone la chiusura di ristoranti e bar alle due di notte, era delimitato a est da via Gramsci, a ovest dalla statale, a nord da via Manzoni e a sud da via Gino Moretti. Ora il raggio si è allargato inglobando a est anche la zona di viale Moretti, via Paolini e la rotonda Giorgini fino al faro. Un provvedimento che durerà un mese e sarà una sorta di prova generale per l’estate. 

Non mancano le perplessità sollevate dagli operatori. «Il capro espiatorio di questa campagna contro la mala movida – puntualizza il presidente Assenti - non deve essere l’operatore. Il proibizionismo non è mai stata un’arma vincente. Nel rapporto tra gestore e Comune devono avere un ruolo importante la famiglia e la scuola. I genitori dovrebbero più togliere che dare. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, altrimenti queste misure adottate dal Comune si riveleranno solo dei palliativi. Da parte nostra non tuteleremo mai chi somministra alcolici scadenti e a prezzi stracciati ai minorenni. Detto questo però è evidente che una chiusura anticipata è solo un palliativo, soprattutto se applicata solo su una parte della città. In quanto i problemi si sposteranno su un’altra zona. Inoltre mi chiedo: se in questo mese di prova non accadrà nulla, che significherà? Che il provvedimento è stato ottimo? Al contrario se si dovesse registrare un incidente di ordine pubblico l’ultimo weekend di aprile, significa che è tutto da stralciare? Forse ci dobbiamo augurare che accada qualcosa? Quali elementi saranno necessari per stabilire se questa misura è stata valida?». 

Una battaglia non si vince mai da soli, ed è quello che sostiene Assenti dicendo: «La notte ha la stessa valenza del giorno. E’ giusto tenere aperti ristoranti e negozio, diversamente la città sarebbe monca. Ma mi chiedo chi controllerà le strade. Le zone dove non insistono locali. Ognuno dovrà assolvere a dei compiti, se i nostri sono quelli di: non somministrare alcolici ai minori, così a coloro che già sono ubriachi, non impiegare vocalist per evitare il disturbo della quiete pubblica, il Comune però deve fare altrettanto potenziando la videosorveglianza, aumentando l’illuminazione, garantendo delle pene certe per i trasgressori così come deve esserci un maggior dispiegamento delle forze dell’ordine. Ci chiediamo perché a questo punto dobbiamo chiudere alle due, piuttosto venga fatta luce su quei locali che creano problemi». 

Il centro secondo Assenti a oggi si trova oberato di paletti da un’occupazione ridotta, alle regole per il conferimento dei rifiuti fino alle chiusure anticipate. «Il centro è il nostro biglietto da visita – prosegue il presidente della Confesercenti - ed è qui che si reca a gente e i turisti, non in periferia, per questo non può essere così penalizzato.

In altre realtà come Civitanova questo non avviene. Come associazione di categoria siamo vicini al Comune e alle forze dell’ordine ma occorre collaborazione con gli stessi gestori».

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