San Benedetto, i balneari vogliono scendere in piazza: «Noi come gli agricoltori: protestiamo»

L'assemblea dei balneari all'Auditorium
L'assemblea dei balneari all'Auditorium
di Alessandra Clementi
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Sabato 10 Febbraio 2024, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 11:29

SAN BENEDETTO «I tassisti e gli agricoltori bloccano l’Italia, le nostre proteste sono state ridicole». Il grido lanciato dal presidente regionale della Confesercenti Sandro Assenti nel corso della riunione organizzata dai balneari presso l’Auditorium comunale, dove è stata proposta una protesta da svolgere a Roma entro giugno.

La cornice

Una sala quasi da tutto esaurito ha fatto da cornice a un’assemblea sentita da parte della categoria dei balneari che stanno assistendo a un conto alla rovescia.

Un momento vissuto dagli imprenditori balneari con rabbia ma non con rassegnazione da qui il coinvolgimento di legali per poter combattere fino alla fine per salvaguardare i propri chalet. «Da 13 anni stiamo vivendo questa brutta avventura- ha affermato il presidente dell’Itb Giuseppe Ricci – l’obiettivo è quello di sottrarre le imprese agli imprenditori a chi ha creato un comparto. Dopo 13 anni non abbiamo ancora notizie certe. Ora ci mettiamo gli avvocati».

Non è mancato un richiamo a scendere in piazza e a far sentire la propria voce da parte del presidente Confesercenti Sandro Assenti che ha affermato: «Per noi la proroga è il solito rinvio. Il Comune è stato coraggioso, scegliendo la proroga, che ha sollevato anche polemiche da una parte della politica. Assistiamo a un caos burocratico. Andare all’asta significa fare un funerale al nostro format che abbiamo esportato anche fuori, con servizi in spiaggia e gli interventi negli stabilimenti creando un turismo che ci invidiano. Il fatto che si cambia proprietario e che la concessione durerà cinque anni chi investirà? Gli stabilimenti hanno un alto livello di fedeltà, che si andrà a perdere. Si va verso una dequalificazione strutturale e dei servizi. La nostra speranza è legata alla mancanza di risorse, l’unico criterio che potrebbe far non applicare la Bolkestein».

L’avvocato Vincenzo Di Michele ha portato l’esperienza del legale croato Capeta, che ha depositato la sua tesi presso la Corte di giustizia, secondo il quale alle concessioni precedenti al 29 dicembre del 2009 non si applicano la Bolkestein. La sentenza plenaria della Corte di Giustizia ci sarà tra due-tre mesi. «Il 98% delle concessioni demaniali marittime – ha affermato Di Michele - sono antecedenti al 29 dicembre 2009. Da ieri è carta straccia la sentenza del Consiglio di Stato. Hanno abolito il reato di abuso di ufficio, ma alcuni comuni come Rimini o Follonica stanno organizzando le gare, sarebbe bastato denunciarli. La gran parte dei comuni si è attestato alla legge, e hanno intanto prorogato, siccome non ci sono indicazioni e decreti su come fare le gare, attendiamo quel che dice il Governo». Durante l’assemblea si è discusso anche del problema delle sanzioni elevate per la mancanza di salvataggio in mare a fine stagione.

Il rischio

Al riguardo è intervenuto l’avvocato Domenico Ricci spiegando: «Il rischio è che si possa ripetere anche quest’anno, nonostante sia prevista la modifica dell’ordinanza da parte della Capitaneria. Il problema è che la Capitaneria non ha il potere di definire quando garantire il salvataggio ma solo in che modo, è un compito della Regione definire l’aspetto temporale. Quindi sono state elevate sanzioni su una delibera errata».

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