Cupra Marittima, lezioni a casa con la Dad i libri sono rimasti a scuola e ai genitori non è consentito andare a prenderli

La scuola di Cupra Marittima
La scuola di Cupra Marittima
di Emidio Lattanzi
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Sabato 20 Marzo 2021, 02:55

CUPRA MARITTIMA - «La dirigente dell’Isc di Cupra dovrebbe spiegare per quale motivo viene impedito ai genitori di recuperare il materiale didattico dei propri figli». 

 

Lo chiede il coordinatore locale della Lega Michele Silla alla dirigente scolastica Gaia Gentili. «Si tratta - afferma - di un impedimento che viola ogni logica ed esula dai comportamenti che dovrebbero metterci al riparo dal contagio e non intaccano in minima parte le restrizioni da rispettare in merito ai dpcm emanati. Sono uno dei tanti genitori che negli ultimi giorni l’hanno cercata telefonicamente, aimè inutilmente, con l’intento di farle rivalutare la decisione presa o quanto meno indurla a civica riflessione». 


Silla si appella anche al fatto che nelle altre scuole delle restanti province è stata data la possibilità di ritirare libri e quaderni stabilendo giorni ed orari ben precisi. «Altrettanto - continua - è avvenuto su scala nazionale in tutte le scuole di ogni ordine e grado tranne a Cupra Marittima.

Come è risaputo che la situazione pandemica evolve di giorno in giorno è altrettanto opportuno che i suoi provvedimenti interni risultino malleabili ed aggiornati in funzione di una quanto più celere ripresa di didattica in presenza. Tutto questo nella consapevolezza di voler salvaguardare la salute di studenti, docenti e personale Ata». 


«Non avendo altri mezzi di comunicazione e constatando di preferire Facebook a quelli tradizionali - continua Silla - i rappresentanti di classe si sono proposti di fare un unico ritiro senza accedere all’interno del plesso scolastico. Ma neanche questo è servito per farle rivalutare la situazione. Mi resta difficile comprendere come la direttrice non comprenda la situazione che ogni giorno viene a crearsi nelle famiglie. Mamme e papà che si sforzano di collaborare e sostenere i figli, supportando i docenti senza abbandonare quel poco di lavoro rimasto, tra mille difficoltà».

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