ASCOLI - È scattata in Area vasta 5, la mobilitazione per raggiungere le persone non ancora vaccinate contro il Covid-19. L’obiettivo prioritario è quello di contattare gli over 60 che ancora mancano all’appello, un numero che si aggira intorno alle 4.000 unità. Numero che presso il Distretto di Ascoli viene considerato ancora troppo alto perché si tratta della fascia di età più a rischio.
Gli avvisi
In questi giorni è partita l’offensiva per raggiungere queste persone.
«È una mobilitazione a 360 gradi – spiega Giovanna Picciotti, direttrice del Distretto di Ascoli – e abbiamo cercato di non trascurare nulla. Ci siamo rivolti anche ai parroci dei Comuni montani perché crediamo che possono contattare in maniera più capillare gli over 60 non vaccinati. Molte di loro attendono settembre per vaccinarsi, ma a settembre, visto anche l’andamento della variante Delta, potrebbe essere troppo tardi. Per accorciare i tempi, agli over 60 non ancora vaccinati, abbiamo pensato di inoculare il vaccino Johnson in modo che quindici giorni dopo la somministrazione le persone sono già protette. Abbiamo potenziato anche il centro vaccinale di Comunanza, dove dal 1 aprile sono state inoculate più di 1.500 dosi, mentre presso la Casa della Salute di Offida vengono inoculate circa 150 dosi alla settimana. Le persone, in particolare gli over 60, devono rendersi conto che la pandemia non è stata sconfitta e che il pericolo è sempre dietro l’angolo».
I numeri
Parole chiare che fanno il paio con quelle di Isidoro Mazzoni, direttore della Farmacia dell’ospedale di Ascoli. A oggi le persone vaccinate con entrambe le dosi in Area vasta 5 sono circa 80mila, il 40% della popolazione, e l’obiettivo è quello di raggiungere il 50% entro la fine di luglio. «Non c’è dubbio che la campagna vaccinale abbia subito un netto rallentamento nelle ultime settimane – sottolinea Mazzoni – e questo perché, soprattutto i giovani, preferiscono non farsi vaccinare, con gravi rischi per loro e per gli altri. Le persone devono capire che la pandemia non è finita. Aspettare settembre potrebbe essere troppo tardi e corriamo il rischio di rincorrere il virus mentre, invece, dovremmo prevenirlo per poterlo contrastare. Bisogna anche entrare nell’ordine delle idee che, attualmente, le persone più a rischio non sono più quelle fragili che hanno delle patologie, ma i soggetti non ancora vaccinati. Ci stiamo già organizzando per fronteggiare una eventuale espansione della pandemia accumulando le scorte degli anticorpi monoclonali. Il timore è che potrebbe esserci un aumento dei contagi dopo le manifestazioni dei giorni scorsi dopo la vittoria dell’Italia ai campionati europei».