Le aziende stringono rapporti con i delegati delle Camere italiane all’estero: quasi 1.400 incontri ai 79 desk in rappresentanza di 55 mercati. Ci sono tutti i comparti economici delle Marche: agroalimentare, moda, meccanica, mobile, turismo. Imprese, ma anche associazioni di categoria, università e start up innovative. Tra i tantissimi spuntano gli imprenditori ascolani Matteo Meletti, Anna Maria Rozzi e Francesco Viscione. E le Marche con Gianni Emidi, Valentino Fenni, Tommaso Di Sante, Alessandro Starrabba, Fausto Calabresi, Federico Scaramucci, Mirco Pierucci, Francesca Orlandi e tanti altri. Tutti alla ricerca di nuovi partner commerciali, potenziali clienti e investitori. «Le Marche hanno forza ma hanno un problema di immagine su cui occorre lavorare molto» afferma Alessandro Starrabba, dell’azienda agricola Conti Malacari di Offagna. «C’è voglia di venire nelle Marche, c’è grande interesse tra turisti e imprenditori, ma è necessario migliorare le infrastrutture», aggiunge Calabresi, membro della giunta Camera Marche.
L'occasione
L’occasione per le imprese locali è imperdibile. Le Camere di commercio italiane all’estero rappresentano un importante nodo di collegamento: una rete composta da 20mila imprese italiane ed estere, una vera ricchezza per il nostro sistema di promozione, perché può contare su 84 Camere operanti in 61 Paesi, che coprono tutti i continenti attraverso 160 punti di presenza nel mondo. «Il nostro è un mercato che può incidere sull’export. C’è una richiesta pazzesca di Italia nel mondo. Collaboriamo già con Nord America ed Emirati, oltre all’Europa» sostiene Pierucci di Sassocorvaro, amministratore di Floema group. «La nostra pelletteria il prossimo anno compirà 50 anni – sottolinea Orlandi, presidente dell’azienda speciale della Moda Linea -.
Da Tortoreto al Campus di Netflix
Genny Nevoso, nata e cresciuta a Tortoreto, con origini marchigiane, è la segretaria generale della Camera di Commercio italiana a Los Angeles. Oggi vive a due passi dal Campus di Netflix. «Le imprese marchigiane arrivano con il vantaggio dell’artigianalità. Per posizionare prodotti sugli scaffali della distribuzione statunitense non esiste una formula magica non c’è ma bisogno di pensare in maniera creativa. Bisogna studiare il mercato, differenziarsi e innovare». Al desk di Los Angeles c’è Caterina Pancotto di Beach Vibes, impresa di Porto San Giorgio che produce accessori per la spiaggia (teli, borse, kimono): «Siamo già affacciati nel mercato Usa e in Thailandia. Ci interessa anche Singapore. I grandi mercati sanno apprezzare le cose piccole e preziosissime che le Marche propongono». Forte è il sogno americano. Il segretario generale della Camera di New York, Federico Tozzi, incontra tra le tante anche un’impresa che produce e commercializza olive ascolane surgelate. «L’Italia è coperta commercialmente a New York, le Marche meno. Stiamo incontrando realtà interessanti, le invitiamo a farsi sotto».
Good morning Vietnam
Anche il Vietnam cerca le Marche. «Conosciamo questa regione per la meccanica e l’agroalimentare. Ora vorremmo approfondire meglio anche altri settori», dichiara il segretario Quyet Tran. La Convention fa centro, come spiega il presidente Camera Marche, Gino Sabatini: «La presenza massiccia delle imprese ai nostri stati generali e l’interesse del mondo verso le Marche dimostrano che siamo sulla strada giusta».