Biodigestore, la Provincia di Ascoli studia le carte mentre alcuni sindaci restano scettici

La discaricadi relluce
La discaricadi relluce
di Cristiano Pietropaolo
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Mercoledì 9 Giugno 2021, 08:55

ASCOLI - Proseguono le conferenze dei servizi convocate dalla Provincia in merito alla realizzazione del nuovo biodigesore di Relluce, un progetto che ha avuto il via libera dal consiglio comunale di Ascoli ma con alcuni sindaci del territorio contrari alla sua realizzazione. Dall’ufficio ambiente della Provincia spiegano che «L’istanza di autorizzazione per l’impianto è in fase di istruttoria tecnica. La stiamo valutando insieme ad Arpam e ad altri enti competenti. Ci sono quattro mesi di tempi per l’istruttoria e sulla base dei pareri che raccogliamo, procederemo con la richiesta di integrazione. Entro la fine di luglio dovremo chiudere questa prima fase». 

 

«Stiamo investendo molte energie sul progetto Ascoli Green perché crediamo nell’investimento ambientale, ridurre l’inquinamento e puntare sul riutilizzo dei materiali - sottolinea il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti. - Accanto al biodigestore abbiamo pensato alla creazione della fabbrica che servirà a riutilizzare anche gli oggetti usati. Il biodigestore è innovativo anche a livello nazionale perché cercheremo di sollecitare le aziende di trasporto ad utilizzare il biometano. Il piano regionale prevede che questi impianti si facciano nelle aree dove ci sono già le discariche. Ascoli Servizi Comunali ha pensato di far nascere il biodigestore a Relluce per accorciare la filiera e investire sulla trasformazione del biorifiuto. Questa è la nostra volontà politica e spero che la Provincia accolga la proposta».

«Durante la conferenza dei servizi sul biodigestore abbiamo messo chiaramente in luce le incertezze e le incoerenze delle studio di valutazione dell’impatto atmosferico proposto da Ascoli Servizi Comunali.

Lo studio escludeva la possibilità di impatti odorigeni a carico sia dei cittadini di Castel di Lama che di Appignano del Tronto, conclusioni in contrasto con quanto giornalmente i nostri cittadini annusano - sottolineano i sindaci di Appignano e Castel di Lama Sara Moreschini e Mauro Bochicchio. - Il monitoraggio degli impatti odorigeni è risultato molto carente sia sulla frequenza che sulle soglie di attenzione. In pratica venivano proposti monitoraggi dell’H2S (acido solfidrico, ndr) con soglie di rilevanza 10 volte superiori a quelle percepibili del naso umano e con frequenza ultra mensile.

Una proposta di monitoraggio assolutamente inutile a salvaguardare i nostri cittadini dai possibili impatti odorigeni del biodigestore. L’Arpam e il settore ambiente della Provincia di Ascoli hanno accolto le nostre osservazioni e forse prescriveranno un monitoraggio in continuo e con soglie molto più basse e durante la fase istruttoria chiederanno un approfondimento dello studio di impatto atmosferico che si è dimostrato poco utile a descrivere i potenziali effetti dell’impianto sulla nostre città». Il sindaco di Appignano aggiunge di aver «Aderito alla candidatura di Ascoli Capitale della Cultura, ma il capoluogo ci deve contattare anche per discutere di questi progetti» conclude Sara Moreschini.

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