Arpam e Legambiente rassicurano: «Il mare multicolor? Non vi preoccupate l’Adriatico è in salute»

Dopo le piogge l’effetto rimescolamento rovina la trasparenza ma non la qualità delle nostre acque

Arpam e Legambiente rassicurano: «Il mare multicolor? Non vi preoccupate l’Adriatico è in salute»
Arpam e Legambiente rassicurano: «Il mare multicolor? Non vi preoccupate l’Adriatico è in salute»
di Véronique Angeletti
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Giovedì 6 Luglio 2023, 01:55 - Ultimo aggiornamento: 17:41

ANCONA - Blu, sempre più blu è il colore preferito dei bagnanti e l’Adriatico marchigiano si adegua ma non ovunque. Perché il suo plurale, la nostra regione lo declina anche nel suo littorale. Ci sono tratti, soprattutto al Nord, che si presentano verdi-bluastro-marroneggianti. Colori che si tende ad associare alla salubrità delle acque ma legati a doppio filo con il maltempo. Da inizio anno, siamo ormai giunti a 59 allerte meteo più 13 bollettini di criticità che, ogni volta, rimescolano il fondale e perturbano la trasparenza dell’acqua fino a generare allarmismo e fobie. 

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La direttiva Ue


Sullo stato del mare, Giorgio Catenacci, il direttore tecnico scientifico dell’Arpa Marche che, una volta al mese, verifica i circa 250 tratti balneabili della Costa, non ha dubbi: «Come ente di controllo valutiamo il nostro tratto dell’Adriatico seguendo tutti i criteri della Direttiva europea che, da ben 13 anni si applica in tutti i paesi incluso in Italia. Quindi, applichiamo tecniche di controllo più che consolidate. Per il momento, nel mare, ci sono materiali e sedimenti ricchi di sostanze nutrienti portati dai fiumi che hanno provocato un’anomala crescita di fioritura algale di colore scuro. Un colore - ribadisce - che non altera la salubrità delle acque e non influenza le condizioni sanitarie». 

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I bagni proibiti


Quanto ai divieti di balneazione in alcuni tratti di mare risponde: «Dall’avvio della stagione abbiamo riscontrato la chiusura temporanea di circa 30 aree per lo più associate alla presenza di importanti piogge.

Aree riaperte a valle dell’evento dopo un controllo risultato positivo». Per il direttore, la situazione globale è tendente al miglioramento. E ricorda: «L’anno scorso, a fine stagione, il 90% dei tratti di Costa hanno raggiunto l’eccellenza. Un dato che sono convinto sarà confermato alla fine di questa stagione». I colori del mare sono «gli ennesimi segni del cambiamento climatico in corso - afferma il presidente di Legambiente Marche, Marco Ciarulli - di cui dobbiamo purtroppo avere consapevolezza. Niente a che vedere con problemi che impediscono di fare il bagno». Un atteggiamento positivo che riposa in parte sugli investimenti di questi ultimi anni dei Comuni della Costa in depuratori. «Stato dell’arte che verificheremo in occasione del passaggio della Goletta Verde di Legambiente a fine mese e inizio agosto - conferma - seppur il nostro sia solo un monitoraggio e una azione di sensibilizzazione».


La comunicazione


Anche per Filippo Borioni, proprietario a Senigallia dei Bagni 77 e Presidente per le Marche di Oasi Italia, non ci sono problemi per i bagnanti. Tuttavia, chiede che sia studiato un altro sistema di comunicazione. «In queste ultime settimane - sottolinea - c’è stata una specie di grande ed assurda paura che dalla vicina Emilia-Romagna si è allargata alle Marche. Situazione che si può tenere sotto controllo avvertendo tempestivamente il turista informandolo sia dei pericoli, sia della normalità. Il ruolo delle amministrazioni e dalle associazioni di categoria. Ne va dell’economia regionale. Purtroppo, se un turista annulla la sua prenotazione nelle Marche, non è che annulla la vacanza, la indirizza verso un altro litorale». Le acque torbide secondo Sabina Cardinali, titolare dei “Bagni Tino” e Presidente nazionale Cna Balneari, è un problema che andrà con il tempo scemando. «Le nostre coste hanno già ritrovato il loro profilo e il meteo ci darà una mano per rendere di nuovo le acque più trasparenti». Sui timori elenca le numerose bandiere blu conquistate dalle Marche. «Un indice del costante controllo delle acque e quindi di politiche di tutela del mare. Come le chiusure di alcuni tratti. Sono solo state temporanee e alle foci dei fiumi, il tempo delle verifiche». Sulle acque balneabili concorda con il suo collega di Senigallia sulla necessità di impostare «un sistema di comunicazione ufficiale che sfati le inutili chiacchiere, rumors che danneggiano il turismo balneare e la ristorazione». Le mareggiate, un toccasana per la pesca. Smuovono i fondali e regalano vita al mare. Ne è convinto Federico Palestini, proprietario del ristorante “Caserma Guelfa” e dello street food marinaro “Nudo e Crudo” a San Benedetto del Tronto. «Le alluvioni, il colore del mare? Non c’entrano con le richieste dei clienti. A loro importa che il pesce provenga del nostro Adriatico, sia fresco, appena pescato e non importato».
 

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