Ascoli, Comune e Provincia in rosso
Va all'asta anche la Taverna di Cecco

Ascoli, Comune e Provincia in rosso Va all'asta anche la Taverna di Cecco
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Venerdì 21 Agosto 2015, 19:47 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 08:18
ASCOLI - ​"Fuori tutto": questo il cartello virtuale che ora gli enti pubblici locali potrebbero tranquillamente affiggere all'ingresso, per formalizzare la maxi-vendita di gran parte del loro patrimonio. La cassa piange, la spending review pressa, i trasferimenti latitano e i conti non tornano per Palazzo Arengo e Palazzo San Filippo, ed allora ecco che la necessità si trasforma in emergenza per tenere a galla i bilanci e reggere l'urto di una crisi senza precedenti anche per le piccole istituzioni. Ed ecco allora che la soluzione percorribile accomuna Provincia e Comune di Ascoli, con la ricerca disperata di dismettere i "gioielli" patrimoniali cercando di tamponare falle che mettono a rischio la stessa normale sopravvivenza futura degli enti.

Tutto questo porta ad un lungo elenco di immobili da mettere sul mercato, incrociando le dita, che include addirittura sedi istituzionali quali lo stesso Palazzo San Filippo, in piazza Simonetti, così come il palazzo di via Giusti che ospita la sede degli uffici comunali decentrati e così via. Fino ad interessare anche palazzi storici come il Cornacchietto o il Guiderocchi. Ma procediamo con ordine ripartendo, all'indietro, dall'ultima determina con la quale ora l'Arengo ufficializza la messa in vendita anche della Taverna di Cecco, entro il 2016. E dalla decisione della Provincia di risanare il disavanzo anche vendendo all'Invimit la sede istituzionale e alla Cassa Depositi e prestiti l'ex palazzo Catenacci. Per quanto riguarda l'ente provinciale, diversi sono già stati i tentativi di vendere pezzi pregiati all'asta, ma senza grandi risultati (se si esclude l'ex sede dei Geometri in zona San Tommaso): tra i tentativi di vendita quelli per l'ex caserma dei vigili del fuoco in corso Mazzini che ospita gli uffici di alcuni assessorati, così come i locali in via Tornasacco (anch'essi sede di uffici), l'ex palazzo Catenacci, ma anche l'Hotel Marche che si intende cedere anche attraverso l'intermediazione dell'Agenzia del demanio. Un'intermediazione che ha portato anche l'Arengo ad inserire tra i beni alienabili a destinazione turistico-ricettiva come l'Hotel Guiderocchi, le due Ville Sgariglia a Piagge ed a Campolungo cui ora si aggiunge - seppure con un percorso diverso - anche la Taverna di Cecco. Senza dimenticare l'ipotesi di cedere una volta per tutte l'area della Sentina, a Porto d'Ascoli, di proprietà comunale. E ancora, tra gli altri beni in vendita ormai da qualche anno risultano il fabbricato del cinema Odeon con base d'asta per la vendita che era di 800 mila euro, l'ex scuola di Campolungo (250 mila euro) e l'ex caserma Vecchi per la quale si partiva da una base di due milioni di euro. Ed ancora, locali o appartamenti, oltre a terreni in varie zone del territorio comunale tra cui il negozio "ex Bracchetti" in via Rigantè (65 mila euro); l'appartamento "ex Laudi" in via Rigantè (235.000 euro), il fabbricato "ex Parisani" ad Appignano (175.000 euro), il fabbricato "ex Diamanti ed il fabbricato ex nomadi ad Appignano del Tronto, oltre all'ex casa Galanti, a Monticelli, con base d'asta 150.000 euro. Ma di acquirenti, per ora, nemmeno l'ombra.
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