Piogge, grandine e poi anche la siccità: oliva ascolana, scatta l’allarme nel Piceno

Piogge, grandine e poi anche la siccità: oliva ascolana, scatta l’allarme
Piogge, grandine e poi anche la siccità: oliva ascolana, scatta l’allarme
di Roberto Cestarelli
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Domenica 20 Agosto 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 12:28

ASCOLI  - Nubi minacciose si profilano all’orizzonte per quanto riguarda la produzione di olio e in particolare della Tenera Ascolana (denominazione di origine protetta). 

 
 

«L’andamento del clima che, nel corso degli ultimi anni, ha avuto un’incidenza sempre più importante per la produttività agricola - afferma Pietro Albertini dell’oleificio Silvestri Rosina sito nel comune di Spinetoli, coltivatore di oltre quattromila ulivi tra le varietà di Tenera Ascolana (duemila piante), Frantoio, Carboncella e Leccino con una produzione media di circa trecento quintali – ora sta diventando determinante anche per l’annata agricola in corso. Il caldo e il forte stress idrico, a cui sono state sottoposte le piante fin dallo scorso anno, sono stati fattori di rischio per lo sviluppo vegetativo, quindi meno rami a frutto e la loro maturazione. Anche la campagna olivicola-olearia 2023 – termina Albertini - non si preannuncia molto felice con cali della produzione anche del 30%».

Questo significa che un olio extra vergine d’oliva che lo scorso anno si acquistava a 12/13 euro al litro, quest’anno il prezzo potrebbe oscillare tra i 15 ed i 20 euro al litro per la Tenera Ascolana, a seconda se blend (diverse varietà di olive) o mono varietale. Medesima situazione nei supermercati, dove l’olio extravergine di oliva, di media qualità, potrebbe arrivare a costare anche 8-9 euro al litro, considerato che gli industriali si stanno interessando, sempre più, agli oli extravergine artigianali di qualità. 


Gli aumenti


La ragione principale dell’aumento dei prezzi dell’olio extra vergine d’oliva è stata la siccità che, nel 2022, ha imperversato in tutte le aree olivicole mondiali e in particolare nel bacino olivicolo mediterraneo, facendo crollare la produzione.

Circostanza che sembra ripetersi anche quest’anno. Analogo concetto espresso da Ugo Marcelli, presidente della cooperativa Case Rosse con azienda ubicata a Poggio di Bretta, sul calo della produzione che potrebbe, in alcuni casi, superare anche i trenta o quaranta percento. «La nostra cooperativa gestisce oltre milleseicento piante di ulivo della varietà Ascolana Tenera, su sei ettari, due dei quali irrigati a goccia. Nel periodo della fioritura le continue piogge hanno lavato i fiori impedendo la fecondazione mentre la grandine, anche se è caduta a macchia di leopardo, ha colpito durante l’allegagione».

«Coltivo circa tremila piante di ulivo – dichiara Adamo Castelli titolare dell’Azienda Agrobiologia “Cartofaro”, ubicata in Frazione Campolungo – e, a causa della persistente siccità e le alte temperature, che hanno condizionato la fioritura e l’allegagione, due fasi molto delicate e importanti del ciclo vitale delle piante, prevedo un calo della produzione di circa il 40, 50% fatto che comporterà, inevitabilmente, un aumento dei prezzi dell’olio extravergine e della Dop ascolana».


La Dop


La denominazione di Oliva Ascolana del Piceno Dop riguarda sia le olive in salamoia sia quelle ripiene prodotte nel Piceno a partire dalla varietà colturale d’olivo Ascolana Tenera. Il prodotto ha ottenuto la denominazione di origine protetta nel 2005 e nel 2018 è stato istituito un apposito consorzio per la sua tutela e valorizzazione. Per avere la denominazione Dop le olive in salamoia o ripiene devono essere prodotte in un’area che comprende gran parte delle province di Ascoli Piceno e Fermo e parte della di Teramo. In particolare sono indicate per la produzione le zone con un’altitudine variabile tra i 20 e i 500 metri sul livello del mare, con un tipo di terreno dal calcareo-argilloso all’arenaceo con pH mediamente sub-alcalino.

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