ASCOLI Era finito al centro di una inchiesta della Procura di Ancona che stava indagando sulla detenzione di materiale pedopornografico. Padre Alberto Bastoni, ex vice parroco della cattedrale di Ascoli, a distanza di oltre tre anni, per quei fatti ha patteggiato, davanti al giudice del tribunale di Ancona Matteo Di Battista, una pena a quattro mesi di reclusione e 1.100 euro di multa (pena sospesa).
Era il giugno del 2020 quando i carabinieri, di prima mattina, si presentarono nell’abitazione ascolana di padre Bastoni per effettuare una perquisizione che aveva scosso la curia ascolana tanto che l’allora vescovo della diocesi di Ascoli, Giovanni D’Ercole, provvide ad allontanare quello che fino a quel momento era stato il vice parroco che fece ritorno a Bastia Umbria riaffidandolo al Superiore generale della sua Congregazione di appartenenza.
«Il nostro assistito vuole dimenticare questa parentesi dolorosa della sua vita che ormai fa parte del passato – hanno commentato i difensori di padre Bastoni all’uscita dal tribunale, gli avvocati Umberto Gramenzi e Simone Fioravanti -. Ha già riconosciuto i propri errori manifestando il proprio pentimento e si è ormai definitivamente reintegrato nella vita sociale». Durante la perquisizione del giugno del 2020, alla vista dei carabinieri, il vice parroco aveva consegnato spontaneamente ai militari alcuni grammi di cocaina che aveva nascosto in un ostensorio.
Ne scaturì un’altra inchiesta portata avanti dalla Procura di Ascoli che, a seguito dell’attività investigativa svolta, riuscirono ad individuare i pusher che poi furono condannati. Con il patteggiamento di ieri, si chiude definitivamente una vicenda che aveva avuto una vasta eco nella diocesi di Ascoli e che aveva delle conseguenze soprattutto per lo stesso Bastoni che fu costretto a lasciare la città delle cento torri.