Il notaio Francesca Filauri: «I Depeche Mode e i libri di Silone»

Il notaio Francesca Filauri: «I Depeche Mode e i libri di Silone»
Il notaio Francesca Filauri: «I Depeche Mode e i libri di Silone»
di Francesca Gironelli
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Domenica 24 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 08:50

Appassionata d'arte e cultura, si è fatta conquistare da Ascoli Piceno, scelta come città d’adozione: qui si è anche sposata e ha avuto una figlia, Maia. Francesca Filauri ha trascorso la sua adolescenza inseguendo e realizzando il suo sogno di diventare notaio. «Alle scuole elementari dicevo alla maestra di voler fare il notaio, senza sapere cosa fosse - spiega Francesca, facendo un tuffo nel passato - perché non c’erano altri notai in famiglia. Forse qualcosa mi ha colpito ed è diventata la mia aspirazione. Solo un'esitazione al liceo, attirata verso la laurea in lettere. Mi sarebbe piaciuto fare il critico letterario, teatrale o cinematografico!».

La giovane Francesca sceglie giurisprudenza, si laurea in anticipo e marcia verso la carriera notarile: «Una professione che amo e faccio con passione! Così come amavo lo studio e la scuola: ero portata, ho sempre avuto molta memoria, però mi divertivo anche tanto».

Le poesie

Carattere deciso, allegro ed estroverso, passa gli anni spensierati di gioventù tra le comitive e le amiche del cuore: «Amavamo cantare le canzoni napoletane d’autore, scrivere le poesie di Neruda e Prevert sui nostri diari di scuola, per accompagnare i primi batticuore.

Le mie materie preferite erano l'italiano, il greco e il latino. Amavo la commedia e la tragedia greca, la letteratura dei classici e la filosofia. Leggere e nutrire la mente sono per me da sempre un’ancora di salvezza. Alla fine, anche da notaio, sono riuscita a mantenere viva questa passione, dedicandomi alla cultura». Francesca è una tosta e a 16 anni segue addirittura un seminario letterario di tre giorni su uno dei suoi scrittori preferiti, l’abruzzese Ignazio Silone i cui libri, come Fontamara e Il segreto di Luca, sono stati suoi compagni di gioventù. Lo studio c’è, il divertimento pure, al suono metropolitano dei Depeche Mode, con la musica di Elton John, gli Stadio o la disco music anni ‘80 del sabato sera: «Al liceo, i miei compagni di classe erano effervescenti, menti brillanti con grandi ideali ma anche con caratteri ribelli, oggi tutte persone realizzate». In casa, un contesto stimolante unito a senso del dovere e impegno.

Le vacanze estive

Una famiglia felice, un’infanzia e un’adolescenza serena, tra viaggi ed estati trascorse spesso nella casa di Taormina, feste e grandi cene organizzate dalla mamma, con amici provenienti da ogni parte del mondo: «Poi, mio padre Serafino - aggiunge Francesca, ricordando il momento tragico al primo anno di università - è morto improvvisamente. Ingegnere edile, grande pianista diplomato al conservatorio di santa Cecilia, era una persona geniale e di grande temperamento. Quando mia figlia suona il pianoforte, mi ricorda lui».La mamma Maria è stata la colonna portante, soprattutto dopo questo shock: «Professoressa di inglese e francese al liceo, dopo il matrimonio ha smesso di insegnare per seguire la famiglia. Con la morte di papà si è dedicata anima e corpo a me e a mio fratello per farci realizzare i nostri sogni». Da giovane, Francesca studia pianoforte al conservatorio, canta per anni in un coro polifonico, si dedica alla corsa e alle passeggiate in montagna: «Sono sempre stata una persona dinamica. Mi hanno messo sugli sci sin da piccola e d’inverno andavamo a Ovindoli, Campo Felice o Roccaraso. Ai tempi del liceo, giocavo a pallavolo e negli anni impegnativi dell’università e del concorso notarile, ho praticato yoga per distendermi».

Il teatro

Appassionata di libri, cinema e thriller americani, della saga del Padrino e dei film di Pupi Avati, seguiva il teatro nelle varie rassegne estive abruzzesi e non rinunciava mai alle passeggiate invernali fino al Gran Caffè in centro ad Avezzano: «Impegnarsi a fondo per realizzare i propri sogni, vivere la vita intensamente, essere curiosi, viaggiare: questo è il mio messaggio per i ragazzi di oggi. Ma innanzitutto, studiare con impegno, perché la conoscenza apre la mente, fa pensare e sviluppa un giudizio critico. Il sapere ci rende liberi e indipendenti e ci fa realizzare nella vita!».

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