I centri sociali protestano e chiedono che le dosi siano gratuite: anche fumogeni davanti alla Pfizer

I centri sociali protestano e chiedono che le dosi siano gratuite: anche fumogeni davanti alla Pfizer
I centri sociali protestano e chiedono che le dosi siano gratuite: anche fumogeni davanti alla Pfizer
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Domenica 21 Febbraio 2021, 05:10

ASCOLI - Ieri, i Centri sociali Marche hanno manifestato davanti allo stabilimento della Pfizer a Campolungo. Striscioni, fumogeni, volantini per dire che la ricerca scientifica sia pubblica, che l’accesso al vaccino Sars-CoV2 sia libero e gratuito, che la proprietà intellettuale va sospesa, che i brevetti vanno espropriati, resi pubblici e utilizzati per produrre vaccini su larga scala, che il know-how e le innovazioni tecnologiche e scientifiche vanno condivise.

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«Il vaccino - scrivono in una nota - è terreno di scontro politico.

Chi ne detiene la proprietà esercita un’influenza diretta sulla complessità della produzione economica e della riproduzione sociale. Vaccinarsi vuol dire tutelare la propria salute, recuperare la propria libertà e riprendere il proprio lavoro. Il battere del tempo è determinato dal virus, accelerato dalle sue varianti, saturato nelle terapie intensive, sospeso nei redditi e nei salari, dilatato tra solitudine ed isolamento, fermo nel dolore e nei lutti. Il controtempo si batte con una campagna vaccinale rapida, efficace e sicura. Non è in ballo solo la salute individuale, ma il nostro con/vivere sociale. Però, per vaccinare servono i vaccini, in enorme quantità e subito. Per questo è inaccettabile che i giganti del farmaco come Pfizer-Biontech, Moderna o AstraZeneca facciano profitti su un bene primario. È ancora più grave che mentre si rallenta drasticamente la campagna vaccinale per presunti problemi produttivi, inizino ad emergere filiere di mercato parallele con la conseguenza di un maggior lucro e dell’aumento del prezzo d’acquisto dei vaccini. Le aziende farmaceutiche sono state sostenute da ingenti finanziamenti pubblici, sono state agevolate dall’Unione Europea e grazie al brevetto, si appropriano di quello che è a tutti gli effetti un bene comune. Non solo il vaccino, ma il diritto alla salute. La nostra salute, la nostra libertà, la nostra socialità e il nostro vivere non sono in vendita».

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