Trecastelli, allevamento lager: cuccioli di cane offerti come tangenti per rabbonire i controlli veterinari

Allevamento lager: cuccioli come tangenti per rabbonire i controlli
Allevamento lager: cuccioli come tangenti per rabbonire i controlli
di Sabrina Marinelli
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Sabato 9 Luglio 2022, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 05:08

TRECASTELLI - C’era anche un cucciolo utilizzato come “mazzetta” nell’allevamento Itshow Kennel di Trecastelli. E’ quanto emerso dalle indagini che vedono coinvolte a vario titolo quindici persone per corruzione, traffico internazionale di cani, disastro colposo, maltrattamento di animali, abusivo esercizio della professione veterinaria, mancato rispetto dei provvedimenti dell’autorità sanitaria, frode in commercio, false certificazioni e omessa denuncia di reato.

Tra gli indagati ci sono i tre allevatori, tre dirigenti dell’Asur, un veterinario, il sindaco di Trecastelli e cinque appartenenti agli organi di controllo.

I carabinieri forestali del Gruppo di Ancona, con la collaborazione di altri reparti dell’Arma, hanno completato la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini emessi dalla Procura nell’ambito del procedimento penale, che il 7 gennaio del 2021 aveva portato al sequestro dell’allevamento, La struttura era autorizzata per ospitare 71 cani e non 61 come gli stessi avevano comunicato all’indomani del provvedimento. Ne conteneva invece 859, di cui diversi rinchiusi in trasportini, in pessime condizioni. Situazione di degrado provocata dalle attività illecite degli allevatori a cui avevano contribuito i superficiali controlli. Dal 2018 al 2021 non sono stati adottati tempestivi provvedimenti, contribuendo al perpetuarsi e all’aggravarsi delle condizioni sanitarie. Sono state accertate numerose importazioni illegali da Paesi dell’est europeo, soprattutto di cani di piccola taglia e razze toys, vettori del patogeno Brucella canis, causando l’unico focolaio europeo della malattia, che ha poi determinato il blocco sanitario della struttura nel giugno 2020. Gli allevatori, con la complicità di un veterinario libero professionista e di altre due persone, hanno continuato la vendita, in nero, di cani, appartenenti al focolaio e potenzialmente malati. Gli animali venduti abusivamente, dopo il blocco sanitario, in tutta Italia e anche all’estero sono stati circa 100, tutti rintracciati. Dopo il sequestro del canile, avvenuto nel gennaio 2021, hanno cercato di cedere cuccioli con la complicità di residenti fuori regione. Attività scoperta e bloccata. Oltre 1 milione e mezzo di euro di fondi pubblici sono stati stanziati dalla regione Marche per assistere i circa 400 cani contagiati. Altri 300 negativi sono invece andati in adozione. I tre allevatori sono indagati per disastro colposo, per aver continuato le riproduzioni e importato illegalmente cuccioli, nonostante vi fosse un’ordinanza che vietava ingressi e riproduzioni. Le condotte illecite degli allevatori non erano contrastate dagli organi di controllo, troppo benevolenti, ritenuti corresponsabili del reato di disastro. Nel corso delle indagini i forestali hanno accertato anche la cessione gratuita di un cucciolo di alta genealogia ad un dirigente veterinario, che ha redatto alcuni verbali non corrispondenti al vero o comunque privi di alcuni elementi necessari per circostanziare la grave situazione in essere. Gli allevatori sono anche accusati di aver commissionato l’importazione illegale da paesi dell’Est Europa di almeno 31 cuccioli, di età molto inferiore alle 12 settimane consentite, senza vaccinazione antirabbica. Le associazioni animaliste esprimono soddisfazione per la chiusura delle indagini sull’allevamento di cani di razza di piccola taglia e ricordano di attendere ancora risposte su test, cure e adozioni per i cani a tutt’oggi presenti nell’allevamento e nel canile di Ostra Vetere.

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