Cani maltrattati e venduti in nero nell'allevamento lager di Trecastelli: indagato anche un sindaco

Cani maltrattati e venduti in nero nell'allevamento lager di Trecastelli: indagato anche un sindaco
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Venerdì 8 Luglio 2022, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 05:05

TRECASTELLI - Quindici persone indagate a vario titolo per la vicenda dell’allevamento di Trecastelli. Diversi i reati contestati, oltre al maltrattamento di animali, nel documento notificato a chiusura delle indagini. In origine gli indagati erano solo cinque, tutti riferiti all’attività.

Tra i nuovi capi di imputazione figura anche la vendita di cani sequestrati. Sarebbe infatti emerso che alcuni esemplari, nonostante fossero sottoposti a sequestro, sarebbero stati ceduti previo compenso.

L’elenco

Nell’elenco dei quindici indagati figurano i tre proprietari dell’allevamento: Franco Fraboni, Olga Fraboni e Maryana Fraboni.

C’è anche il sindaco di Trecastelli Marco Sebastinelli con un ruolo marginale nella vicenda. Martedì gli è stato notificato l’atto in Comune e si è detto sorpreso e amareggiato, alla luce delle battaglie che ha condotto, senza riuscire spesso a farsi ascoltare. Per Trecastelli indagato anche il comandante della polizia locale Leonardo Latini. Molti i nomi anche per l’Asur, per il servizio veterinario, come il dirigente Roberto Giordiani e Giorgio Guidoni. Tra gli altri indagati figurano Giulia Caterbetti, Daniele Vatalaro, Samantha Raugei, Roberto Marchetti, Gianfranco Calderaro, Gianluca Silvestri, Raffaele Perretta e Michele Maraglino. Tutto è partito nel gennaio 2021 quando il Nucleo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale del gruppo carabinieri forestale di Ancona e le guardie zoofile del nucleo vigilanza del WWF e di Legambiente di Ancona, coadiuvati dai volontari dell’Associazione Amici Animali di Osimo, hanno eseguito, su delega della Procura della Repubblica di Ancona, il sequestro di 859 cani di piccola taglia, delle strutture e di altro materiale utile alle indagini presso l’allevamento di Trecastelli. I militari intervenuti hanno riscontrato come gli animali fossero tenuti in condizioni incompatibili con la loro natura, tali da arrecare loro gravi sofferenze. Nell’allevamento, con strutture autorizzate per un massimo di 61 cani, ne sono stati trovati 859. La metà aveva contratto la Brucella canis, zoonosi infettiva trasmissibile anche all’uomo. L’allevamento, attivo nella vendita di cani di piccola taglia come chihuahua, barboncini e maltesi, aveva già subito provvedimenti di restrizione dal 2018 sia nella movimentazione dei cani che nel numero di quelli allevati, in considerazione del limite imposto dall’autorizzazione. Le ordinanze erano state più volte reiterate, in particolare dal giugno 2020 a seguito dell’accertamento di un focolaio di brucellosi. Malgrado le ordinanze emesse il numero dei cani è passato dai circa 500 accertati nel 2018, ai circa 700 nel novembre 2020 fino agli 859 accertati nel corso del sequestro. I vari provvedimenti non sono stati rispettati e nemmeno sono stati fatti rispettare.

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