Sfera Ebbasta, un selfie con il dito medio nell’anniversario della tragedia di Corinaldo: «Porti rispetto per chi vive nel dolore»

Sfera Ebbasta, un selfie con il dito medio nell’anniversario della tragedia di Corinaldo: «Porti rispetto per chi vive nel dolore»
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 10:43

SENIGALLIA - Un selfie con il dito medio alzato e il commento “+28 life is good”. E’ la foto postata su Instagram da Sfera Ebbasta il 7 dicembre, giorno del suo compleanno. La stessa sera in cui, due anni prima, cinque adolescenti ed una giovane mamma erano andati alla Lanterna Azzurra per vederlo esibirsi. Lui non è mai arrivato. Loro non ne sono usciti vivi. L’immagine è rimasta postata anche per tutta la giornata dell’8 dicembre quando il trapper non ne ha aggiunte altre. Ieri ha ripreso. Lo stop di un giorno forse è stato il suo modo di partecipare, in silenzio, alla ricorrenza di cui però non si è dimenticato. Tra le storie ha postato un’immagine che ritrae sei colombe bianche con un ramoscello d’ulivo su uno sfondo nero. 

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Il padre di Mattia Orlandi, il 15enne di Frontone che ha trovato la morte alla Lanterna Azzurra, non perdona il gesto volgare di quel selfie alla vigilia della tragedia, con la scritta la vita è bella. Lo era anche quella di suo figlio e delle altre vittime prima di andare a Corinaldo quella sera. «Non ho parole, se questo è l’esempio per i giovani – commenta Giuseppe Orlandi, ricordando la via dedicata dal sindaco di Cinisello Balsamo per il suo impegno verso i giovani -. Non ha ritegno, non ha dignità. Al cosiddetto signor Sfera Ebbasta, che in giorni di dolore e di ricordo straziante come questi, ha la brillante idea di postare una foto del genere, mi sento di dire solo una cosa: cresci e abbi rispetto di chi vive nel dolore per aver perso un caro durante una serata maledetta, solo perché amava le tue canzoni, e se non vuoi rispettare noi che soffriamo, abbi rispetto per loro che non ci sono più e che erano tuoi fans. È questo quello che provi nei confronti dei tuoi ammiratori? Io ci penserei la prossima volta».
I parenti delle vittime gli hanno sempre contestato un atteggiamento troppo distaccato. «Aveva il dovere di verificare dove si sarebbe dovuto esibire – conclude il padre di Mattia – se avesse visto la Lanterna Azzurra si sarebbe rifiutato di entrarci e avrebbe salvato i nostri cari dal destino a cui sono andati incontro».

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