Lanterna Azzurra, ieri le conclusioni delle difese. Un’udienza per le repliche, poi la sentenza

Lanterna Azzurra, ieri le conclusioni delle difese. Un’udienza per le repliche, poi la sentenza
Lanterna Azzurra, ieri le conclusioni delle difese. Un’udienza per le repliche, poi la sentenza
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Sabato 16 Marzo 2024, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 12:20

CORINALDO «Se il personale della security avesse gestito l’emergenza, non sarebbe successo nulla». È uno dei passaggi chiave della lunga arringa dell’avvocato Marina Magistrelli, difensore di tre dei sei membri della commissione di vigilanza che, nell’ottobre 2017, aveva rilasciato la licenza di pubblico spettacolo alla discoteca Lanterna Azzurra, teatro della strage dell’8 dicembre 2018, dove hanno perso la vita cinque adolescenti e una giovane mamma. Il legale ha aperto l’udienza che, di fatto, ha chiuso le discussioni delle difese dei nove imputati (dieci, contando la società Magic srl).

Le tappe

Siamo agli sgoccioli del processo del filone amministrativo della strage.

Il 5 aprile ci saranno le repliche delle parti, per il 19 è attesa la sentenza del giudice Francesca Pizii. In totale, la procura ha chiesto condanne per 49 anni e 8 mesi di reclusione. Rischiano i membri della commissione: l'ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, Rodolfo Milani, rappresentante dei vigili del fuoco, Francesco Gallo dell’Asur Area Vasta 2 Senigallia, Massimiliano Bruni, perito esperto in elettronica, Stefano Martelli, responsabile del Servizio di polizia locale e Massimo Manna, responsabile dello Sportello unico attività produttive. Ma anche Quinto Cecchini, uno dei soci della Magic srl, Francesco Tarsi, ingegnere ingaggiato dalla società stessa, Maurizio Magnani, tecnico della famiglia Micci, proprietaria dell’immobile.

L’avvocato Magistrelli (difesa Manna, Milani e Principi) ha concentrato le responsabilità della strage sui gestori del locale e sulla security. «La sala veniva organizzata di volta in volta, di evento in evento, ma dagli stessi gestori, non da persone esterne» ha detto il legale. E ancora: «La commissione non ha colpe, non c’è uno straccio di prova al mondo contro i suoi membri, persone stimate e professionalmente ineccepibili». Sul sopralluogo che aveva poi portato al rilascio della licenza: «Quel giorno la commissione non ha certo chiuso gli occhi». I prospetti erano già stati vagliati dai tecnici e, stando anche a quanto riferito da Milani, alla commissione non spettava un controllo a 360 gradi del locale di via Madonna del Piano. Oltretutto, hanno fatto notare le difese, la tragedia è avvenuta 14 mesi dopo il controllo amministrativo. Le difese (ieri a parlare sono stati anche gli avvocati Alessandro Lucchetti e Monica Clementi) hanno puntato il dito contro la ricostruzione dei consulenti della procura sulle mancanze relative alla sicurezza.

Il dolore

In aula c’era Fazio Fabini, il papà della 14enne Emma, morta a Corinaldo: «Quei ragazzi sono morti e sono morti per dei motivi ben precisi. Inconcepibile avere tempi così lunghi per ottenere giustizia, ma finalmente il processo di primo grado è quasi finito».

Federica Serfilippi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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