CaterRaduno, Massimo Cirri contro il sindaco Olivetti: «Un classico, come la volpe e l’uva»

CaterRaduno, Massimo Cirri contro il sindaco Olivetti: «Un classico, come la volpe e l’uva»
CaterRaduno, Massimo Cirri contro il sindaco Olivetti: «Un classico, come la volpe e l’uva»
di Sabrina Marinelli
3 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Marzo 2022, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 15:02

SENIGALLIA  - Sul CaterRaduno, definito stantio dal sindaco Olivetti, interviene il presentatore Massimo Cirri affidando a poche righe la sua sagace ironia. «La volpe e l’uva. Un classico». Rispolvera la famosa favola di chi disprezza qualcosa solo perché non riesce ad averla. Cirri aggiunge poi #VeritaperGiulioRegeni il motivo che ha portato all’incrinarsi dei rapporti con l’attuale Amministrazione comunale. Il presentatore del CaterRaduno ha infatti contestato la decisione della Giunta Olivetti di rimuovere, poco dopo l’insediamento, il manifesto affisso al Municipio per chiedere appunto verità e giustizia per Giulio Regeni. E’ stato l’inizio della fine.

Amazon addio, il lutto di Jesi: «Abbiamo perso tutto». Bacci: «Ora spieghino». Bocchini duro: «Dilettanti allo sbaraglio»

 

«Noto una grande incoerenza tra le parole di Olivetti e i fatti che si sono succeduti – interviene Dario Romano, capogruppo del Pd -.

Da un lato, infatti, si danno quasi 500.000 euro per il Summer Jamboree (giustamente), evento consolidato da più di 20 anni. Dall’altro si dice che il Cater è un evento oramai stantio che non aveva senso riproporre. Talmente stantio che da quest’anno l’evento si sposterà a Pesaro, futura capitale italiana della cultura». 

Dopo 16 anni le presenze in città erano calate, come avevano riscontrato le associazioni di categoria, non però gli ascolti radiofonici tradotti per Senigallia in pubblicità e promozione. «Dichiarazioni politicamente imbarazzanti quelle del sindaco – prosegue Romano - che tradiscono i reali motivi, che sono la non condivisione dei valori che la manifestazione si portava dietro. Ora capiamo cosa voleva dire togliere lo striscione di Regeni e qual era l’obiettivo reale della destra senigalliese. Stiamo diventando un piccolo paesello anonimo ma Senigallia è diventata la regina del turismo delle Marche anche per questi eventi e la promozione che derivava da essi. Toglierli è legittimo ma denota una scelta illogica da un punto di vista politico, economico, turistico».

L’ex sindaco e ora capogruppo regionale del Pd Maurizio Mangialardi si complimenta con Pesaro ma si dice dispiaciuto per Senigallia. «Sono davvero felice che il CaterRaduno resti nelle Marche e faccio i miei complimenti al sindaco Ricci per aver lavorato affinché la nostra regione non perdesse un evento straordinario – commenta Mangialardi -. Ovviamente c’è rammarico per l’addio a Senigallia. L’Amministrazione Olivetti si è colpevolmente disinteressata dell’evento, segnando un’ennesima tappa del rapido declino a cui sembra destinata la città. Anziché impegnarsi per consolidare il fecondo rapporto tra Senigallia e il Cater, hanno permesso a quel legame di sfilacciarsi fino al punto da venir meno. 

Conclude Mangialardi: «Ciò avrà inevitabili ricadute negative sulla promozione turistica. L’auspicio è che non sia un addio ma un arrivederci: al meraviglioso popolo del Cater e a due grandi amici come Massimo Cirri e Filippo Solibello, cittadini onorari della nostra città». Sul trasloco del CaterRaduno a Pesaro il Pd cittadino tuona: «La Giunta Olivetti conferma una mancanza di visione e prospettiva che il Partito democratico, insieme al resto dell’opposizione, denuncia da mesi per una città destinata ad essere sempre più la Cenerentola delle Marche».

© RIPRODUZIONE RISERVATA