SENIGALLIA - Il 2020 - l'anno del Covid - ha fatto registrare un -39% per gli alberghi e un -35% per le strutture extra-alberghiere. Un calo di presenze comunicato dalla Regione, in linea con le previsioni, anche se fino ad agosto i dati, seppur provvisori, facevano registrare un -35% per gli hotel. Adesso gli albergatori sono al lavoro per organizzare modalità di soggiorno a misura di famiglie e bambini così da tamponare l’assenza dei grandi eventi che, ci saranno ma con un nuovo format e poco pubblico.
«Abbiamo ricevuto un aggiornamento del dato rispetto a quello comunicato a dicembre – spiega Marco Manfredi, presidente dell’Associazione Albergatori e presidente provinciale di Federalberghi –, si parla ora di un -39% per gli alberghi e -35% per le strutture extra-alberghiere nel periodo tra gennaio e ottobre anche se possiamo darlo per definitivo perché, a causa del Covid, il lavoro è stato quasi nullo tra novembre e dicembre.
La stagione è partita infatti in ritardo. «Adesso dobbiamo guardare alla prossima estate – prosegue –, non potendo fare affidamento sui grandi eventi, perché ci saranno delle versioni adeguate alla situazione sanitaria, anche noi stiamo cercando di mettere a punto delle modalità di intrattenimento e accoglienza per la clientela nei limiti del possibile». Un modo per offrire al turista qualcosa in più rispetto al mare e alla spiaggia, senza poter puntare sulle manifestazioni catalizzatrici di ampie folle. Una sfida dura ma non impossibile per gli imprenditori senigalliesi che la scorsa estate, anche senza iniziative, sono riusciti a recuperare in extremis una stagione turistica data per spacciata, limitando così le perdite. «Ci aspettiamo un segnale sulla Tari – aggiunge Manfredi –, al riguardo il sindaco ci ha illustrato l’idea che ha per la destagionalizzazione, che noi condividiamo». L’ipotesi al vaglio per il bilancio comunale riguarda tre mesi in più di sgravi fiscali sulla Tari per le aperture stagionali. Un modo per destagionalizzare, uscendo dall’ottica del turismo che si esaurisce a settembre. La proposta, presentata agli albergatori, prevede la possibilità di tenere aperti da aprile a dicembre, anziché da aprile a settembre, pagando la
Finora non conveniva agli stagionali, che volevano riaprire ad ottobre per un convegno piuttosto che a dicembre per i turisti di Natale, perché la Tari si doveva pagare in due modalità: stagionale per sei mesi oppure annuale. Non c’erano mezze misure. Chi sforava i sei mesi doveva per forza pagare per tutto l’anno e trattandosi di alberghi significava migliaia di euro in più. Insomma l’apertura extra nella migliore delle ipotesi permetteva solo di pareggiar