Emorragia di alberghi a San Benedetto, l'affondo di De Panicis: «Mancano le politiche urbanistiche. È privilegiata solo la speculazione»

Emorragia di alberghi a San Benedetto, l'affondo di De Panicis: «Mancano le politiche urbanistiche. È privilegiata solo la speculazione»
Emorragia di alberghi a San Benedetto, l'affondo di De Panicis: «Mancano le politiche urbanistiche. È privilegiata solo la speculazione»
di Laura Ripani
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 09:56

SAN BENEDETTO I vincoli sugli alberghi sono una medicina peggiore del male: questo è quanto affermato - in estrema sintesi - ieri dal presidente dell’Assoalbergatori Nicola Mozzoni che ha affrontato lo scottante tema della perdita di posti letto in Riviera, causato dalla trasformazione delle strutture ricettive in residence.

L’analisi

A rafforzare questo concetto e, soprattutto, a indicare le motivazioni per le quali si verifica l’emorragia è Gaetano De Panicis, anch’egli per tre mandati alla guida della più rappresentativa associazione turistica cittadina. «Fu proprio il Corriere Adriatico nel 2020 - dice il titolare dell’Hotel Riviera - a riportare un dato turistico sulle presenze con un + 16% rispetto all’anno precedente che incoronava la città capofila della Riviera delle palme mentre invece il nord Marche aveva avuto un dato negativo, il 2% in meno rispetto all’anno precedente.

Quindi nel 2020 il titolo era: San Benedetto regina delle Marche. Trovo strano che in così poco tempo possa essere diventata, la nostra cittadina, l’ultima ruota del carro. Si trattava infatti di numeri della Regione e anche a fronte della pandemia non può accadere quello che alcuni vogliono far credere. La crisi nel mercato turistico sicuramente c’è come in altri settori ma non si può risolvere il problema vincolando gli alberghi alla propria destinazione perché il vincolo non determina di per sé una ripresa turistica se questa è in tragico calo». Dunque l’ex presidente passa a indicare quale sia lo strumento essenziale per evitare che gli albergatori trovino più remunerativo vendere ai costruttori o trasformare loro stessi le camere in mini appartamenti piuttosto che affrontare un investimento per riqualificare le strutture . «L’appeal turistico diminuisce con l’urbanizzazione della città - nota De Panicis -: e questa è una regola scientifica. Abbiamo avuto una grande speculazione edilizia negli ultimi trent’anni e chi ne ha pagato le conseguenze è proprio il turismo. La visione turistica non è mai del singolo imprenditore ma attiene ai piani regolatori quindi alle amministrazioni che evidentemente non hanno avuto mai il turismo come priorità. Il mercato turistico è mercato di luoghi non di alberghi, il turista sceglie il luogo poi la relativa sistemazione in una struttura ricettiva. Non si può far pagare il conto a chi ha deciso di investire nel settore e ancora ci crede, forse il vincolo doveva essere messo negli anni Ottanta: su un vecchio numero del Bum, il Bollettino municipale i dati dicevano che per metro quadrato c’è più verde a Milano che a San Benedetto. L’ingener Onorati, lui sì che aveva avuto una visione chiara della città ma purtroppo nell’ultimo secolo, invece che recuperare quel progetto nessuno gli è andato dietro».

La passeggiata

«Si è sempre detto - chiude poi De Panicis - che il lungomare è il nostro biglietto da visita, la riqualificazione fu iniziata 18 anni fa...25 anni è il tempo di una generazione, purtroppo non è ancora terminato considerando anche il marciapiede ovest c’è ancora tanto da mettere in cantiere. Confido nella capacità dell’amministrazione e di poter vedere la riqualificazione conclusa».

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