JESI - Un altro ponte, dopo il San Carlo del quartiere Minonna, presenta parti ammalorate, per cui occorre intervenire tempestivamente. Si tratta del Ponte di via San Giuseppe, uno dei principali snodi di collegamento con il centro, in quanto la strada che scendendo dal cimitero, raggiunge l’incrocio con viale del Lavoro, è una delle più trafficate.
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Nei giorni scorsi sono stati effettuati dei sopralluoghi dai tecnici del Comune, dai quali sono emerse le criticità della struttura: i tecnici hanno riscontrato un significativo stato di ammaloramento di alcuni elementi della struttura portante del ponte.
In particolare, il maggiore stato di degrado è stato rilevato in corrispondenza delle travi poste ai bordi dell’impalcato.
«Per il Ponte San Carlo siamo intervenuti tempestivamente prima ancora che si verificasse la tragedia del ponte Morandi - ha detto il sindaco Massimo Bacci - e abbiamo limitato il traffico pesante dal 2018. L’infrastruttura dovrà essere demolita e ricostruita, abbiamo ritenuto di operare in questo senso per il grave stato di degrado in cui versava. Un intervento molto importante per la città e molto oneroso, per cui parte delle risorse necessarie arriveranno proprio dal Comune. Ora anche questa nuova situazione, di cui abbiamo parlato nel corso della Giunta, ci preoccupa. Confrontandoci con i tecnici si è aperta una possibilità di recupero, che stiamo valutando con la limitazione anche in questo caso, del traffico». Mentre sulla situazione del ponte di via San Giuseppe si sta ragionando con priorità in queste ore, per il San Carlo sembra un’odissea senza fine. I lavori di demolizione e ricostruzione dovrebbero partire entro l’autunno, salvo imprevisti.
Intanto l’amministrazione comunale ha avviato l’iter burocratico che dovrebbe portare, entro l’estate, all’individuazione della ditta che dovrà costruire il nuovo viadotto. Poi, serviranno altri 15 mesi per completare l’opera (per un investimento totale di 6,7 milioni). Ma intanto la preoccupazione dei residenti cresce, temono di restare isolati durante le fasi di demolizione, temono che quei lunghi mesi di lavori possano creare disagi importanti alle attività commerciali che insistono nella zona del quartiere Minonna.