JESI - «Dodici giorni in terapia intensiva per il Covid. In tutte quelle ore, quei giorni, ho pensato di aver fatto bene per 55 anni di lavoro a pagare sempre le tasse che sono servite a preparare professionisti come chi mi ha seguito». È la testimonianza di Maurizio De Magistris, direttore fra anni ’90 e 2000 della Asl di zona e molto noto in città per l’attività di imprenditore e nel mondo dello sport.
La riconoscenza
Non è la prima volta che De Magistris tesse le lodi della sanità pubblica. «Avevo già espresso- ricorda- il mio giudizio assai positivo per le cure che ricevevo e ricevo dall’ambulatorio ferite difficili di Jesi. Ora ho scoperto di doverlo confermare con forza: dopo un paio di interventi mi sono beccato un bel Covid e ho vissuto nel nostro ospedale una dozzina di giorni in terapia intensiva. Con la testa in uno scafandro rumorosissimo, tubi e fili ovunque. Sono stato fortunato: non ho incontrato angeli, santi e neanche eroi - con buona pace di Brecht, “beato quel popolo che non ha bisogno di eroi” – ho invece incontrato un gruppo formidabile di professionisti». Ricorda l’imprenditore: «Vestiti da palombari, 8 ore senza poter fare pausa perché non ci si può togliere l’abbigliamento protettivo senza rifare tutta la sanificazione e la sostituzione con uno nuovo non contaminato».
Continua il racconto: «Medici che intorno a un carrello analizzano decine e decine di dati sui tuoi organi per decidere, caso per caso, la strategia migliore.
Le spine
Riconosce De Magistris: «Tutto rose e fiori? No! Sono stato ricoverato, prima del covid, in un reparto “misto” e debbo dire che ho assistito a comportamenti assai discutibili da parte del personale sanitario ma oggi credo di dover festeggiare e sottolineare come nella nostra sanità pubblica la parte tecnico operativa, medici e infermieri, siano ben preparati e raggiungano frequentemente risultati di grande qualità. Però sono nella notissima, per efficacia, efficienza e trasparenza, pubblica amministrazione italiana. Se non riusciranno a riformarla draghi e figliuoli, sarà il caso di rivolgersi a angeli e santi».