Ex Sadam, naufragati tutti i progetti: la riconversione dell’area è al palo

Ex Sadam, naufragati tutti i progetti: la riconversione dell’area è al palo
Ex Sadam, naufragati tutti i progetti: la riconversione dell’area è al palo
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Giovedì 13 Febbraio 2020, 08:35

JESI  - Era stato a lungo l’unico segnale della riconversione dell’area ex Sadam, dopo la chiusura a partire dal 2008 dell’attività dello zuccherificio. Ma oggi, con una fetta delle società del Gruppo Maccaferri proprietario della superficie di via della Barchetta in concordato preventivo, anche l’incubatore di impresa JCube, sorto nel 2012, fa parte del passato. Lo scorso 17 dicembre la «Jcube S.r.l. è stata sciolta anticipatamente e messa in liquidazione con contestuale nomina del liquidatore». 

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È quanto risulta dalla visura camerale effettuata dalla Regione, nell’ambito delle attività di controllo. La Regione ha sospeso l’accreditamento di JCube come ente formativo. In via della Barchetta quello che è stato il primo incubatore di imprese della regione era nato sulla base di un progetto che vedeva insieme Eridania Sadam- Gruppo Maccaferri, Comune di Jesi e Politecnica delle Marche per, come si disse allora, «dare opportunità ai giovani talenti di affermare le proprie idee e far nascere imprese di successo». Il primo tassello, assieme all’azienda di componentistica SadamMeccanica, di un progetto di riconversione ricalibrato nel 2011 con una fortissima componente commerciale - tre strutture da 2.500 mq e soprattutto un mega retail park da 30 mila mq - ma mai partito. Rimasti sulla carta anche il progetto JVillage - un parco tecnologico che avrebbe dovuto attrarre imprese innovative, centri di ricerca aziendali, start-up e imprese tradizionali- ma anche più recenti ipotesi, come quella di trasferire in via della Barchetta i laboratori di realizzazione delle scene della Fondazione Pergolesi Spontini. Ultima idea ad alzare bandiera bianca, quella di costruire all’ex Sadam una nuova casa per la tradizione della scuola di scherma jesina. «Avevamo avuto riscontri molto positivi sul progetto, pure a livello nazionale – aveva spiegato il sindaco Bacci -, poi è sopraggiunto il problema del gruppo Maccaferri, che era un attore fondamentale». Rimasta in standby anche la questione biodigestore, l’impianto unico per il trattamento dei rifiuti organici della provincia per ospitare il quale Jesi si era candidata e l’amministrazione comunale aveva indicato quale sede possibile l’area ex zuccherificio, in piedi c’è per ora la sola attività di bonifica della zona. 

Su questa ha di recente riferito in Consiglio l’assessore all’ambiente Cinzia Napolitano, che ha fatto il punto: «Sul sito era stata preventivamente effettuata una analisi di rischio, dalla quale è risultato che l’unica matrice da trattare era quella relativa alle acque. La bonifica è in corso dal 2017 e da allora non si è mai interrotta. Il programma prevede che l’acqua di falda venga emunta da pozzi, trattata e re-immessa in falda. Dai controlli effettuati, ad oggi è risultata bonificata la maggior parte degli inquinanti. Restano due elementi: nichel e manganese. Nel giro di un anno la matrice acque si potrà considerare bonificata». 

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