ANCONA - «Non ho il Green pass, è ingiusto e illegittimo, ma ho titoli a sufficienza per svolgere il mio lavoro». Roberta Salimbeni, l’insegnante di Lettere presso la scuola media Gentile, nella città della carta, sospesa dal dirigente scolastico, come da normativa in vigore, ha scritto una lettera ai colleghi (letta, nei giorni scorsi, durante il collegio docenti) per riflettere su come l’emergenza sanitaria sta stravolgendo la vita. Parte da Fabriano la presa di posizione degli insegnanti che vogliono dire la loro su questo tema delicato.
Le capacità
«Vorrei che i miei alunni con i genitori e il mio dirigente pretendessero da me non un certificato fasullo, che attesta nulla, ma certificati che attestino la mia preparazione e le mie competenze. Vorrei anche - ribadisce - che i miei colleghi “certificati” si indignassero come e quanto me. Ci dovrebbe essere richiesto un certificato che attesti le capacità relazionali ed empatiche, la dedizione e la passione». Spiega la professoressa sospesa dal lavoro dal dirigente scolastico: «Non ho il certificato verde, perché in libertà ho scelto di non vaccinarmi. Non trovo corretto che le istituzioni abbiano prima dato la possibilità di scegliere, poi l’hanno resa obbligatoria in modo surrettizio, pena l’esclusione dalla vita sociale e dal lavoro». La donna è consapevole di ciò che la decisione avrebbe comportato. È arrivata, infatti, la sospensione dal lavoro, uno dei primi casi, ma non l’ultimo, nelle Marche.
I tamponi
Spiega, la professoressa: «Non ho il certificato verde, ritengo che sia un provvedimento politico e non sanitario, basato su un falso presupposto secondo il quale i vaccinati non contagiano.
I sospetti
La professoressa Salimbeni analizza anche i mesi durante i quali il Covid-19 ha cambiato la vita di tutti. «Ci hanno insegnato ad avere timore, a sospettare del vicino, a non fidarsi, ad avere sensi di colpa. Siamo stati vittime di messaggi allarmanti, di informazioni a senso unico. Ho sempre cercato di insegnare ai ragazzi e ai miei figli, a parole e con l’esempio, a conoscere e informarsi, a mettere in dubbio, a discutere, approfondire, ad essere curiosi, a non giudicare mai l’altro, ma ad accoglierlo a prescindere, ad ascoltarsi dentro per poter scegliere senza troppi condizionamenti, ad avere un pensiero critico, divergente e costruttivo, ad andare oltre e in profondità, a combattere per delle idee e per i diritti, che sono innati. Non ho il certificato verde - conclude - perché non lo ritengo necessario per svolgere il mio lavoro».
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