Indelfab, dichiarato il fallimento: ora 566 persone rischiano il posto di lavoro. I sindacati: «Un disastro»

Un presidio davanti all'ex Jp Industries
Un presidio davanti all'ex Jp Industries
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 08:59

FABRIANO - Fallisce Indelfab, l’erede del ramo del bianco del gruppo Antonio Merloni. E adesso è corsa contro il tempo per cercare delle soluzioni che siano in grado di evitare in extremis il licenziamento di 566 persone. Il 20 novembre, il giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Ancona Giuliana Filippello ha rigettato la richiesta di concordato liquidatorio presentata due mesi prima dalla ex Jp Industries, ma il fallimento è diventato ufficiale ieri pomeriggio con la nomina di tre curatori fallimentari (Simona Romagnoli, Sabrina Salati e Luca Cortellucci), che si occuperanno della vicenda. 

 

Nel contempo, lo stesso giudice ha fissato l’udienza per il 18 marzo 2021, per cui ora diventa fondamentale, soprattutto da parte delle istituzioni ai massimi livelli (si attende che il Mise convochi un vertice a breve), individuare dei percorsi che possano garantire in qualche modo dei progetti idonei ad evitare una nuova catastrofe occupazionale. «Una notizia disastrosa per le lavoratrici e i lavoratori e per tutto il territorio – sottolinea il segretario provinciale della Fiom Pierpaolo Pullini – anche perché arriva nel momento in cui si stava cercando di costruire dei percorsi finalizzati al rilancio dell’azienda e alla salvaguardia dell’occupazione. Anziché agire in maniera unilaterale, l’azienda avrebbe dovuto confrontarsi con le organizzazioni sindacali e condividere il percorso, naturalmente nell’interesse delle persone».
Il concordato liquidatorio bocciato in questi giorni dal Tribunale di Ancona fa il paio con il piano concordatario che il giudice fallimentare aveva rigettato lo scorso febbraio (in quella circostanza, il documento prevedeva la mobilità per 343 dipendenti), «a dimostrazione del fatto che – osserva ancora Pullini – le scelte compiute allora non erano certo corrette, come da noi rimarcato in più occasioni. In questo frangente, la Fiom fa appello a tutte le istituzioni, affinchè le lavoratrici e i lavoratori non siano lasciati soli, a cominciare dalla possibilità di utilizzo di tutta la cassa integrazione per cessazione di attività. Se veramente esistono dei progetti o delle proposte concrete, è il momento di renderle subito esplicite». 
Dal 16 novembre, infatti, la cassa integrazione per cessazione di attività aveva sostituito la cassa Covid, per cui adesso un primo obiettivo dei sindacati è far sì che i lavoratori possano continuare a percepirla regolarmente, ossia fino alla data stabilità (15 maggio 2021), fermo restando che poi potrebbero esserci delle opportunità di prolungamento per altri sei mesi. Qualora non si riuscisse a trovare delle soluzioni entro marzo, per i 566 dipendenti (294 dei siti fabrianesi, di cui 3 quadri, 27 impiegati e 264 operai: 204 dei quali attivi nello stabilimento di Santa Maria, 90 in quello del Maragone; 272 dell’impianto umbro di Gaifana, di cui 11 impiegati e 261 operai) si spalancherebbero le porte del licenziamento. In concreto, scatterebbe l’apertura della procedura di mobilità con due anni di Naspi. 

La vertenza concernente Indelfab è senza dubbio quella più annosa del distretto industriale fabrianese.

Già a luglio 2016, l’allora Jp Industries (azienda che alla fine del 2011 aveva acquisito la Ardo, il ramo del bianco del gruppo Antonio Merloni spa) aveva aperto una procedura di mobilità per la metà della forza-lavoro, salvo poi fare marcia indietro un mese dopo, in seguito alla concessione di ammortizzatori sociali. Quest’anno, oltre a vedersi bocciato il piano concordatario presentato a gennaio, Jp Industries a fine giugno ha cambiato nome in Indelfab (Industrie elettrodomestiche fabrianesi), poi il 3 luglio il management ha messo in liquidazione l’azienda, il 19 agosto ha aperto una procedura di mobilità collettiva e il 30 settembre ha presentato un piano concordatario di natura liquidatoria, rigettato dal giudice fallimentare. 

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